Refuel tratterà rifiuti alla Caraffa
Nell'area lasciata libera dalla Sapsa Bedding: sito da 9mila metri quadri per un impianto per la produzione di combustibile solido secondario
OVADA – Punta a avviare le lavorazioni nel giugno 2020 il gruppo Relife che nell’area della Caraffa, sul territorio di Silvano d’Orba in uno dei capannoni rimasti vacanti per il fallimento della Sapsa Bedding, vorrebbe creare un impianto, sotto il nome di Refuel, per la creazione di combustibile solido secondario. Un investimento da 10 milioni di euro sostenuto per un macchinario che trasformerà lo scarto della raccolta differenziata degli imballaggi (carta e plastica in primis) e plastiche miste non riciclabili in energia ad alto valore utilizzabile in particolare dai cementifici. La presentazione è andata in scena ieri con il direttore di Relife Group Enzo Scalia, e Giorgio Cartosio, cassinellese destinato a diventare responsabile del sito produttivo. Fa parte della galassia Relife Benfante, il colosso del trattamento dei rifiuti. «Pensiamo – ha spiegato Scalia – che questo stabilimento possa diventare tra i primi dieci in Europa per qualità della lavorazione e contenuto tecnologico. A regime lavorerà per 310 giorni all’anno. Il sito copre una superficie di circa 9.000 metri quadri per la lavorazione con annesso capannone atto allo stoccaggio di 4.000 metri quadri». «A pieno regime – ha precisato Cartosio – dopo 24, 36 mesi, tratteremo con procedimenti a freddo 140.000 tonnellate all’anno di rifiuti. La ricaduta occupazione sarà di trenta assunzioni dirette in un primo momento con possibilità di altri 60 posti di lavoro nell’indotto». Scalia ha parlato anche dei timori circolati soprattutto a Silvano d’Orba dalla notizia dell’insediamento e dopo la prima conferenza dei servizi in Provincia dello scorso luglio.
«La logistica – ha affermato – è la nostra prima preoccupazione. Prevediamo non più di dieci bilici al giorno in ingresso, in arrivo dal casello di Novi Ligure, e altrettanti in uscita diretti verso sud. Silvano è stata scelta perché si trova in posizione strategia rispetto agli altri stabilimenti del gruppo collocati perlopiù tra il Piemonte e la Liguria». Nella giornata di ieri si è tenuta anche una riunione informativa con il sindaco di Silvano d’Orba, Pino Coco, e i vertici regionali di Legambiente. «Quanto è stato esposto – ha commentato il primo cittadino – mi pare abbastanza rassicurante. Non abbiamo problemi ad accogliere l’insediamento se dalla conferenza dei servizi arriverà il via libera. Serve però che le parti in causa si muovano nella massima trasparenza». Più scettici gli attivisti dell’associazione ambientalista. «E’ necessario – spiega Michela Sericano, segretario del cicolo ovadese – che si proceda alla Valutazione di Impatto Ambientale e Legambiente chiede di essere presente per le nostre osservazioni su quantitativi di rifiuti, emissioni in atmosfera e notevole aumento del traffico».