Coldiretti: “L’alimentare traina l’economia piemontese ma non basta”
Le oltre 80 mila imprese radicate sul territorio possono rappresentare una risposta al calo produttivo industriale soprattutto se legate a progetti con l?agroindustria virtuosa
PIEMONTE – In Italia ci sono 2,7 milioni di persone che nel 2018 sono stati costretti a chiedere aiuto per mangiare, di cui oltre il 55% nelle regioni del Mezzogiorno: è quanto emerge dalla prima mappa della fame in Italia elaborata dalla Coldiretti in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione promossa dalla Fao, sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti attraverso dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura. La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo ha fatto attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli.
Ma la povertà non manca neanche al Nord: sono state oltre 135 mila le persone assistite in Piemonte e oltre 30 mila quelle di età tra 0 e 15 anni, secondo elaborazioni Coldiretti. Sono 70 mila le famiglie non riescono neppure a pagare i farmaci, sulla base dei dati dell’Osservatorio Caritas Torino. “Resta il comparto alimentare, che in Piemonte è cresciuto del 3,5% nella prima metà del 2019, a trainare l’economia anche se non può bastare a bilanciare completamente – spiegano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Sempre di più, la nostra organizzazione, con le sue progettualità, rappresenta il vero volano dell’economia piemontese e fa da trait d’union tra ambiente, turismo ed economia. Le nostre oltre 80 mila imprese radicate sul territorio possono rappresentare una risposta al calo produttivo industriale, soprattutto se legate a progetti con l’agroindustria virtuosa, per dare vita a nuovi percorsi che possano unire effettivamente il mondo agricolo a quello economico. La vera forza che ha l’agricoltura Made in Piemonte è quella di invertire il trend, purtroppo in aumento, dei giovani che scelgono altri stati per la loro realizzazione”.