Un viaggio tra gli ‘invisibili’: i laboratori dell’ospedale
Dal laboratorio analisi, alla Microbiologia, passando per il Trasfusionale, fino ad arrivare alla Farmacia e al laboratorio di Anatomia Patologica
ALESSANDRIA – E’ stato l’appuntamento con “Ospedale Incontra” a far scoprire chi c’è dentro (i professionisti) e che cosa fanno i laboratori dell’ospedale, quegli ‘invisibili’ che non sono sotto i riflettori e che sono poco a contatto con il pubblico, ma che svolgono il lavoro preliminare di analisi che serve poi ai diversi reparti per “curare ”. Un vero e proprio ‘viaggio’ dentro ai laboratori, dove la tempestività e la precisione delle attività sono una garanzia per i pazienti. Dal laboratorio analisi, alla Microbiologia. Passando per il Trasfusionale, fino ad arrivare alla Farmacia e al laboratorio di Anatomia Patologica.
Laboratorio Analisi
Tiziana Callegari, dopo un excursus sulle attività del Laboratorio analisi, distinto in un’area di diagnostica di base e in una specialistica ha presentato i vantaggi del progetto di alta automazione “che spero di veder realizzato in tempi ragionevolmente brevi”, che comprende spazi nuovi nella struttura dell’ospedale (500 metri quadri in open space) un nuovo modello, il Total Laboratory Automation (Tla) che introduce un nuovo modo di lavorare, con un nuovo obiettivo: “la provetta deve essere toccata il meno possibile, al massimo una volta”. Quindi è tutto “meccanizzato” dal trasporto, alla suddivisione, fino all’apertura e allo svuotamento della provetta grazie a bracci robotici che operano su un unico grande binario di trasporto. Nel 2018 il laboratorio analisi ha prodotto 2 milioni 700 mila esami l’anno e 400 mila analisi per 2 Pronto Soccorsi, con diagnosi specializzate non solo per gli ospedali di Novi, Ovada, Acqui Terme, Tortona e Casale Monferrato ma anche per l’Asl di Asti, tutto gestito da un collegamento informatico unico.
Microbiologia e virologia
“E’ necessario lavorare insieme: solo la condivisione con tutti i settori porta qualità e rapidità di analisi. Che sta alla base di un buon risultato clinico sul paziente”. Queste le parole di Andrea Rocchetti, direttore della Microbiologia che ha illustrato “il valore della qualità del prelievo”, attraverso la spiegazione di cosa è la “sepsi”, quando il sistema immunitario va in tilt, senza riuscire più a reagire alle infezioni. “I cui sintomi non sono però quasi mai così chiari: per questo è importante, anzi fondamentale essere rapidi nelle comunicazioni interne”. L’80% dei casi è ‘fuori ospedale’ soprattutto nei Pronto Soccorsi: ecco perché fin dal 2012 l’incubatore è stato posizionato al Pronto Soccorso, con una rapida identificazione alla sensibilità degli antibiotici. Macchinari e strumenti ad alta definizione hanno permesso di passare dalle 72 ore per l’identificazione dei batteri, alle 26 ore di oggi. E per il futuro “stiamo valutando una nuova strumentazione che salta tutto il percorso dell’emocultura e che in 5 ore riesce a fare tutto il percorso di analisi partendo dal prelievo di sangue del paziente”.
Medicina Trasfusionale
E’ un’attività etica di grande importanza, in cui il volontariato condiziona l’attività sanitaria: “perché donare è gratis, anonimo e senza remunerazione, ma è un grande gesto, perché salva la vita. Il sangue è un salvavita, come un farmaco, ma non si trova in farmacia”. Il “viaggio del sangue, dalla vena di chi dona alla vena di chi riceve” è stato raccontato dal dottor Roberto Guaschino della Medicina Trasfusionale. Ci sono 29 punti di raccolta del sangue e oltre 12mila accessi al laboratorio dell’ospedale. Ma poi il sangue deve seguire un percorso di trattamento, di “separazione dei componenti, per rendere il sangue sicuro e per monitorarlo” fino a che non è pronto per essere mandato nei vari reparti che ne hanno necessità, dove il ‘viaggio’ termina: in sala operatoria o nel letto del paziente.
Farmacia
Quella del lontano 1600 era la “spezieria” dove lo “speziale” era colui che preparava le medicine, viveva in ospedale e seguiva il medico durante tutte le visite, per poi andare nella sua ‘bottega’ a creare. Questo è il racconto di Laura Savi della farmacia dell’ospedale, per raccontare il percorso e il cambiamento a cui si è arrivati oggi: dallo speziale al farmacista clinico, “perché oggi la farmacia fa terapie personalizzate ed è un laboratorio orientato al singolo paziente. Così nella farmacia di oggi, si producono le preparazioni galeniche, ovvero quei medicinali da “realizzare” sulla base della prescrizione medica, dedicate nello specifico ad un paziente. Così nel 2018 sono stati prodotti 5300 tra sciroppi, creme, ecc. e 2300 preparati per neonati prematuri. Oltre a 19mila cicli di chemioterapia.
Anatomia Patologica
“Chi è e che cosa fa giornalmente il patologo? Che da sempre è intesa come una figura misteriosa” così hanno spiegato l’importanza di questo laboratorio il nuovo direttore Paolo Nozza e il dottor Narciso Mariani. “Oggi l’anatomo-patologo fornisce al clinico informazioni per il trattamento di una patologia e per il miglioramento della vita del paziente”. Si inserisce in quasi tutti i campi sanitari e sono davvero tante le tecniche di analisi utilizzate. “Ormai non entriamo – con il nostro lavoro – solo più nella diagnosi. Ma entriamo nelle scelte delle terapie da dare”. Cosa fa? Ricerca le alterazioni nei tessuti, determinando lo stato della malattia, il ‘caso’ e quindi stabilendo quale può essere il trattamento specifico per questa o quella patologia.