Nasce un negozio virtuale: i piccoli orafi vendono nel mondo
Anche un?iniziativa destinata a facoltosi turisti russi: smartbox (piuttosto cari) per fare acquisti in città
VALENZA – «Credo che sia giusto che tutti gli onori vadano agli orafi. Se non ci fossero loro e se non fossero così bravi, non avrei niente da rappresentare».
Invece Barbara Rizzi da rappresentare ha parecchio. Lo fa con DiValenza, un marchio che coinvolge un’ottantina di imprese e che porta in giro per il mondo il buon nome di una città e del suo distretto incentrato sull’oreficeria. Che, alla fin fine, e pur dovendosi confrontare con problemi noti, è il motore trainante della città, «prova ne sono l’arrivo di Bulgari, quello futuro di Cartier e la scelta di Damiani di scommettere su ExpoPiemonte».
In questo contesto non troppo fosco e con barlumi di ottimismo, DiValenza cerca di dare voce a piccole realtà che non sono strutturati, che operano nel campo del contoterzismo perché non hanno un canale proprio per vendere le collezioni che producono.