Cosenza leader, ma in mezzo e in attacco poco lucidi e nervosi
I tre centrocampisti interni perdono il duello con gli avversari di reparto. Troppi tiri mancati in avanti
L’arbitraggio ha pesato. E non poco: appena finita la gara, in redazione, molti commenti sulla direzione, gravemente insufficiente, del signor Perrotta e una domanda ricorrente, “per quale ragione gli arbitri peggiori li mandano al Moccagatta?”
Anche nei fischietti la qualità è scesa, e di molto, ma certo anche l’Alessandria di oggi, pur penalizzata, è stata meno bella e meno convincente. Avrebbe potuto fare molto di più, si sente derubata di punti anche per via dell’inferiorità numerica, ma aver concesso la gestione del centrocampo agli avversari pesa altrettanto sul punteggio, con l’aggiunta di un attacco un po’ troppo nervoso. La solidità in difesa non sempre basta
VALENTINI – Sicuro: l’uscita di piede su Miracoli nel primo tempo è perfetta per scelta di tempo, la risposta a Gabrielloni, dopo il pareggio, evita un uno – due che sarebbe stato micidiale. Sul missile di Iovine non ha colpe: 6.5
DOSSENA – Deciso: anticipare Miracoli nelle palle alte che arrivano da dietro è una delle giocate che gli riesce meglio. Qualche imprecisione quando va di piede, ma di testa è superiore lui. Un po’ nervoso:6
GILLI (dal 21’st) Diligente: ha il compito di aiutare la coprire meglio gli spazi e aggiungere spinta al gioco. Il primo obiettivo la centra, il secondo un po’ meno: 6
COSENZA – Leader: Giganteggia dietro, ci priva anche in attacco, pure in 10 contro 11, non sbaglia un anticipo, mette energia in ogni giocata, si fa sentire quando il Como esagera e l’arbitro pure. Uno di altra, e alta, categoria, anche per la personalità: 7
PRESTIA – Solido: mette sempre in piede quando serve, i suoi interventi, energici, sono quasi sempre sulla palla e, per questo, efficaci. Ha personalità e la tira fuori anche nei momenti dell’assalto finale: 6
CAMBIASO – Ostinato, nel senso più positivo del termine, anche se il centrocampo del Como prova a chiuderlo in una sorta di gabbia: in numero minore rispetto ad altre gare, ma i suoi crioss e la sua determinazione non mancano: 6
SCIACCA – (dal 32’st) Duttile: In un particolare momento della gara c’è da abbassare i rischi e ridurre al minimo le opportunità agli avversari: anche in un ruolo non proprio suo, lo fa: 6
CASARINI – Involuto: Chiuso tra H’Maidat e De Nuzzo, finisce spesso nella trappola, da cui fatica molto ad uscire, in ritardo sulle seconde palle. Meglio nella ripresa, anche se mancano i cambi di gioco che ha fatto vedere prima dell’infortunio: 5.5
SULJIC – Annebbiato: molto in clima con la stagione, a scapito della sua lucidità, che si nota molto poco. Nel duello con Bellemo, il comasco ha la meglio. Un po’ teso, e la tensione genera affanno: 5.5
CHIARELLO – Affaticato: Paga, più di tutti, le energie spese in Coppa, il recupero non è dei migliori, la palla d’oro che gli dà Arrighini andrebbe gestita meglio, si smarrisce un po’ tra le linee: 5.5
GAZZI – (dal 37’st) Ritrovato: un rientro importante, per lucidità, scelta dei tempi, lettura del gioco. Pochi minuti, ma bastano per far capire che uno come lui è utilissimo averlo in campo. 6
CELIA – Potente: il sinistro all’incrocio è bello per esecuzione e importante anche per la sua carriera futura. Ci starebbe anche il raddoppio, Facchin glielo nega: 6.5
EUSEPI – Inconcludente: ha almeno tre palloni da calciare in porta, da ottima posizione, e non li sfrutta. Ne perde uno in mezzo al campo che obbliga Cosenza ad un intervento da ammonizione. Bersaglio preferito di avversari e arbitro: 5
PANDOLFI (dal 32’st) Determinato: entra bene in un momento della gara in cui di spazi da sfruttare ce ne sono pochi, eppure prova a inserirsi sempre e impegna la difesa avversaria: 6
ARRIGHINI – Nervoso: solo pochi minuti prima del rosso subisce l’ennesimo fallo non fischiato, all’altezza della bandierina. Se l’arbitro sanzionasse l’intervento su Chiarello, si commenterebbe un’altra gara. Però le reazioni vanno sempre dosate: 5.5