Teatro Comunale: “E’ il momento di decidere cosa farne”
Necessario però 'fare i conti' con Aspal, per il diritto di superficie. Ma intanto...
ALESSANDRIA – Un pensiero condiviso sul futuro del Teatro Comunale c’è: “è oggi il momento di pensare e decidere cosa fare di questa struttura”. Il primo a chiederselo è stato il consigliere regionale del Partito Democratico, Domenico Ravetti, che ha richiesto un sopralluogo della commissione Cultura di Palazzo Lascaris. A cui si è unita l’omonima commissione anche del Comune. Un’occasione per “verificare lo stato della struttura, ma non solo. Perché è arrivato il momento di decidere cosa fare per il futuro di questo contenitore e la decisione non può essere rinviata nel tempo” sono state le parole di Ravetti. Sostenute da un “la Regione c’è” ad inizio visita (nel foyer del Teatro, con tanto di presenza anche di un piccione a fare da supervisore del sopralluogo) sia da parte del presidente Paolo Bogioanni (per la commissione regionale) che da parte dell’assessore Vittoria Poggio.
Ma il nodo cruciale ancora da sciogliere oggi è la partita che si gioca tra Comune (che ne detiene la nuda proprietà) e Aspal, azienda oggi in liquidazione che è titolare del diritto di superficie. “Entro qualche mese – ha spiegato il liquidatore di Aspal dal 2013, l’avvocato Massimo Bianchi – saranno chiuse tutte le questioni burocratiche e che ancora fanno riferimento al personale della ex azienda partecipata. Ma resta da risolvere per chiudere la questione del ritorno nelle mani dell’amministrazione comunale del diritto di superficie, la partita debiti/crediti tra le due realtà. E si parla di milioni di euro”. “Per questo – è intervenuto il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco – non possiamo vedere questa partita con Aspal come una partita a due di tennis. Intanto perché il Comune deve affrontare un Piano di Riequilibrio finanziario oggi e tutte le difficoltà di avere a disposizione risorse (come dimostra il fatto che erano state messe cifre sul bilancio 2019, che sono state rase al suolo). E poi perché questa struttura, anni ’70, va ripensata se vuole essere un contenitore attraente. E non lo posso fare da solo, come sindaco”. La prima cosa da fare è quindi rimodulare e ripensare gli spazi, specie quelli enormi della Sala Grande che oggi si trova nelle stesse condizioni del post bonifica. “Chi viene qui dentro a gestire uno spazio così? Il pubblico e l’utilizzo oggi non sono più quelli di un tempo” ha continuato il primo cittadino. Che già in altre occasioni aveva espresso la strada da prendere: “lanciare un concorso di idee per il progetto. Credo che questa sia la strada”. Ma c’è anche chi pensa – come Ravetti e come DemoS-Democrazia Solidale, coordinamento di Alessandria – che possa essere un’opportunità ripensare all’istituzione di una Fondazione, partecipata dalla Regione per occuparsi di questo tema.
Strada che dovrebbe però essere percorsa insieme ad altre realtà: fondazioni, Regione, enti, istituzioni culturali, Università del Piemonte Orientale e anche privati. “Insomma serve collaborazione tra Enti, recuperando magari anche finanziamenti europei, così da arrivare a mettere sul tavolo dei progetti per far rivivere questi spazi” come aggiunto dall’assessore regionale Poggio dopo l’intervento del consigliere Ravetti che ha espresso la necessità che lo sguardo del Comune verso il Teatro Comunale e quello che potrà essere il suo futuro debba essere rivolto anche all’interno della programmazione finanziaria di Palazzo Rosso. Nonostante il momento di difficoltà. E c’è anche chi prova a trovare la “strada alternativa” come il Movimento 5 Stelle (con i suoi rappresentanti in Regione Sean Sacco, i due consiglieri comunali Serra e Gentiluomo e con la senatrice Matrisciano) che punta a “sfruttare i fondi del Decreto crescita” chiedendo collaborazione tra Comune e Regione. “Non è accettabile che Alessandria sia l’unico capoluogo di provincia a non avere un teatro pubblico e ad essere privo di progetti di ampio respiro di carattere musicale, sinfonico e lirico teatrali. Chiediamo alla giunta Comunale e Regionale un progetto serio, con tempi certi, che assicuri la riapertura in tempi brevi”. “Il Comune ha il compito di risolvere il problema di Aspal (società comunale in liquidazione) che detiene il diritto di superficie e per farlo può sfruttare i milioni garantiti dal Governo così come per affrontare le spese per rimetterlo in funzione. La Giunta regionale, dal canto suo, deve garantire collaborazione per cofinanziare il progetto”.
Anche perché la struttura sta lentamente ‘invecchiando’ e peggiorando non venendo più utilizzata (salvo rare occasioni). Così come le strutture adiacenti, esempio il Caffè Marini, ormai chiuso da tempo e lasciato andare. Piccioni, sporcizia, ragnatele, perdite per infiltrazioni d’acqua al Teatro. “Peccato che vista l’occasione di oggi, alla presenza anche della Regione Piemonte, non sia stata invitata la 3I Group che ha eseguito i lavori di bonifica e che aveva redatto anche un progetto su questa struttura” ha commentato qualche consigliere di minoranza, come Giorgio Abonante. “Stupore per alcune dichiarazioni. Ora tutti a farsi fare foto di rito nella Sala Grande – sono state le parole che Vittoria Oneto ha affidato ai social – C’è chi nel 2015 durante e dopo la bonifica c’era e ha lavorato. E dal 2017 invece? Speriamo si vada oltre i buoni propositi”.