La villa del femdom: dove gli schiavi servono l’amata padrona
La magione, che chiameremo ?Black House?, si trova in provincia. Abbiamo incontrato la mistress
ALESSANDRIA – La chiameremo Mina, ma questo non è il suo vero nome. Eppure in questa storia la protagonista è lei con la sua Black House, che però non è il reale appellativo della magione, una tenuta in provincia di Alessandria.
Pensate, per parlare con Mina, la proprietaria, abbiamo organizzato un incontro fuori dal territorio provinciale. Avrete capito che discrezione e riservatezza sono un aspetto importante di questa vicenda. Parliamo di femdom, di rapporti di sottomissione in cui l’uomo, volontariamente, sceglie di essere un sottoposto, un servitore. «Uno schiavo» riassume ‘Padrona Mina’.
Sgombrate la vostra mente dai preconcetti. Nella storia che vi stiamo raccontando, che avviene in uno dei borghi dai quali transitiamo tutti i giorni e chissà in quanti altri, non c’è sesso. C’è una componente sessuale, ovviamente, ma non c’è l’atto come lo intende chi scrive, e probabilmente anche chi legge.