“Colore e calore”, Niki Taverna espone a Spazio Arte
L'artista di Alessandria si è dedicata all'arredo d'interni e ha avviato un proprio studio professionale
GAVI — Con i primi rigori d’autunno, la personale “Colore e calore” dell’alessandrina Niki Taverna, allestita questo mese a Spazio Arte di Gavi, già nel titolo apre agli sguardi semantiche termiche. Lo studio dei contrasti cromatici interessa da tempo l’autrice, che, proprio nella sua creazione di stampo informale ed espressionista, concentra la tensione creativa su effetti sensoriali materici in grado di trasmettere la percezione del caldo e insieme della sua assenza, del freddo, della luce e del buio, tanto a livello fisico quanto emozionale.
Il colore e il calore, la luminosità, con le antitesi corrispondenti, emergono quali intimi poli dello spirito. Fioriscono così dai dipinti idee d’inverno e di paesaggi naturali e scorci battuti da gelide tramontane o atmosfere d’estate, rigoglio vegetale di spazi aperti, di giardini e frutteti, calura di scirocco. Idee di solitudine e silenzio, l’abbraccio di compagnie allegre e di risate. Nata ad Alessandria, dove risiede Taverna ha frequentato l’Accademia d’Arte Ligustica a Genova. Si è quindi dedicata all’arredo d’interni e ha avviato un proprio studio professionale. Nel corso degli anni ha sperimentato tecniche artistiche differenti, tra cui la ceramica e il restauro di mobili d’antiquariato. È la pittura, però, ha tradurre in primo luogo l’alfabeto espressivo di Taverna e in particolare l’acquerello, per la sua peculiare capacità di cogliere la trasparenza del colore, l’immediatezza della visione, di seguire un imprevedibile tratto, lasciando al gesto creativo un tempo breve per elaborare il percorso grafico e trasformarlo nella voce in grado di raccontarne l’anima al cospetto del soggetto scelto.
Evolvendo dunque dal figurativo in acquerello, le opere esposte nella sala gaviese appartengono in prevalenza a una produzione su tela in grande formato dove si propone una tecnica mista volta all’astrattismo e in cui all’acquerello si accompagna l’uso di carta lavorata con le mani come materia del quadro. I lavori, dunque, aumentano il dinamismo percettivo della composizione e da essi risultano effetti quasi tridimensionali, mentre le forme, sempre più sfumate, alludono, senza dire, al dato reale che le hanno ispirate. Fino al 31 ottobre, in Corte Zerbo, a Gavi. Orario: da giovedì a domenica, dalle 16.00 alle 19.00. Ingresso libero.