Solvay, quel fluido speciale per auto e smartphone
Inaugurata una moderna struttura di distillazione per incrementare la produzione di Fomblin
SPINETTA MARENGO – I fluidi sono una presenza costante nella nostra vita quotidiana. Servono per lubrificare l’apertura delle portiere dell’auto, il cambio e gli specchietti retrovisori. Non solo, fanno lo stesso lavoro sulla videocamera e sullo schermo dello smartphone e, con un intervento supplementare, aiutano a ripulirlo dai segni delle dita grazie a un semplice strofinamento sul braccio. I fluidi sono anche finiti su Marte, per aiutare i robottini a sostenere l’eccezionale escursione termica dal giorno alla notte di quel pianeta.
Si producono a Spinetta, «dove siamo gli unici al mondo in grado di sintetizzarli. Nemmeno i giapponesi ci sono riusciti». Dietro le parole di Andrea Diotto, direttore della Solvay Specialty Polymers di Spinetta Marengo, c’è l’orgoglio di guidare «uno stabilimento che è strategico – lo ha ripetuto in diverse interviste – all’interno del nostro gruppo. Usato, tra l’altro, come pilota per ‘Industria 4.0’». E il fatto che Solvay sia il primo produttore al mondo di questi fluidi speciali, valorizza ancor di più il ruolo del sito alessandrino.
L’inaugurazione del nuovo impianto di distillazione molecolare per raddoppiare la produzione di Fomblin, un composto di carbonio, fluoro e ossigeno, è l’occasione per capire quale strada intenda seguire la multinazionale: «Oggi (ieri, lunedì) – sottolinea Diotto – si inaugura una sezione che ci permette di raddoppiare la capacità di produzione di questo impianto, la cui realizzazione ha avuto inizio nel 2018 e che ha comportato un investimento di 4,5 milioni di euro».
Gli ingegneri che hanno partecipato alla progettazione dell’impianto sono tre donne: Miriam Arca, Luisa Baila e Serena Grispo. Ieri erano presenti anche l’ex responsabile dello stabilimento di Spinetta, Stefano Bigini («sotto la cui direzione è nato l’impianto», ha ricordato Diotto), il direttore marketing Fabio Riganti e il country manager Marco Colatarci. Ora la strada da seguire è quella dell’elettrico e dell’ibrido. E poi c’è l’idrogeno…