Dall’America per riscoprire le radici
Un filone nuovo e sempre più sviluppato: turisti stranieri che arrivano dalle nostre parti per conoscere la storia dei loro antenati
OVADA – E’ un modo di viaggiare diverso, guardando dietro a sé alla riscoperta del patrimonio di famiglia e delle origini. Rappresenta una forma di turismo in crescita che anche dalle nostre parti ha visto esempi concreti. Si è concluso di recente il soggiorno ovadese di dieci giorni di S. E., una signora proveniente da Sacramento, in California, che per la seconda volta è tornata dalle nostre parti per sapere qualcosa in più dei suoi antenati. Parenti dislocati tra Montaldo e Molare, famiglia ramificata in Valle Stura; un vero e proprio itinerario della memoria alla ricerca di documenti e testimonianze. «L’esigenza di trovare le proprie radici da parte dei discendenti degli emigrati nell’America del Nord e del Sud – racconta Ester Polentes, guida turistica e accompagnatrice naturalistica professionista – è una delle tendenze emergenti nel campo del turismo culturale. La conferma arriva anche da diversi operatori, tra strutture ricettive e attività commerciali, che hanno avuto a che fare con questi viaggiatori. La ricostruzione del proprio albero genealogico non è più una prerogativa dei nobili e gli archivi non sono più luoghi frequentati esclusivamente per scopi accademici. Il ritorno alle radici è inteso come un processo di scoperta che si inserisce nell’ambito delle nuove tendenze del turismo esperienziale».
Il sito www.familysearch.org, aperto nel 1998, registra ogni anno milioni di visite. Polentes si è occupata di indirizzare il percorso di ricerca della signora Californiana con rigorosi studi preliminari. «Devo ringraziare – prosegue – gli archivi vescovili di Acqui Terme ed Alessandria, Comuni di Montaldo Bormida, Cassine, Alessandria, Silvano d’Orba, Cavatore, Don Maurizio, Don Aldo e a Don Giuseppe, rispettivamente parroci a Ovada, Rossiglione e Campo Ligure, Molare; e poi il signor Martini di Rossiglione ed il signor Bottero di Campo Ligure, tutti hanno collaborato con empatia, professionalità e disponibilità alle ricerche. Senza il loro prezioso contributo non sarebbe stato possibile reperire nessuna informazione». Che sia l’avvio di un nuovo filone per un turismo che dalle nostre parti cerca ancora la sua strada? Possibile, ma il lavoro da fare è tanto e non banale.