Arrighini, maledetto palo. I mille palloni di Suljic
Difesa meno solida, ma non ci sono errori dei singoli. Chiarello in ombra
Una squadra di categoria, di quelle che si possono battere facendo rendere al massimo le qualità dei singoli e, anche, le occasioni. L’Alessandria che esce, comunque, tra gli applausi è una squadra che li merita, ma che deve ritrovare subito il cinismo e la malizia delle ultime gare.
VALENTINI – Infilato: parata superlativa a inizio ripresa, sui due gol le colpe sono minime, ma finisce per essere il terminale di minore attenzione collettiva sulle palle inattive, di cui è fra i primi ad arrabbiarsi: 6
SCIACCA – Altalenante: molta personalità nel primo tempo, anche la voglia di cercare la soluzione personale dal limite. Più bloccato nella ripresa, quando si stacca è meno preciso e incisivo: 6
DOSSENA – Aereo: Solo una volta, nel primo tempo, Semprini gli prende il tempo e azzarda un pallonetto. le palle alte sono tutte sue: quasi, almeno, perché su quella del vantaggio toscano non ci arriva neppure lui: 6
PRESTIA – Collaborativo: Anticipi efficaci nella prima frazione, sicuro quanto serve per avventurarsi in qualche incursione in avanti. Nella ripresa ha anche una occasione. Un po’ di fatica per la grande mobilità dei centrocampisti toscani: 6
CAMBIASO – Suggeritore: Per un tempo si porta dietro mezzo Pontedera, soprattutto Mannini, che si sacrifica in compiti difensivi. Una ventina di cross da sfruttare, questa volta a vuoto: 6.5
PANDOLFI (dal 32’st) – Motivato: entra con la testa giusta, sa di avere poco più di un quarto d’ora e si costruisce due occasioni, in tuffo di testa e in mezzo a due difensori: 6
CASTELLANO – Prevedibile: è nel suo ruolo, i movimenti, però, a volte sono prevedibile e qualche appoggio non riesce come servirebbe. Un suo tiro, però, meriterebbe sorte migliore, ma Mazzini c’è: 6
CASARINI (dal 17’st) – Recuperato: questo è il dato più positivo in una prestazione diligente, a cui mancano ancora le aperture illuminanti delle prime gare. Colpa, anche, di un ritmo partita da ritrovare: 6
SULJIC – Abbondante: i palloni recuperati e giocati non si contano, come le azioni che avvia o che cerca di vivacizzare. Il gioco passa spesso da lui, e il Pontedra prova a limitarlo anche con il raddoppio sistematico di marcatura: 6.5
CHIARELLO – Pallido: si vede poco, controllato speciale dopo la grade prova di Lecco. Fatica a trovare spazio, sempre chiuso nella morsa di un paio di avversari: solo un paio di inserimenti sulla fascia, anche se è come se fosse frenato: 5.5
SARTORE (dal 28’st) – Volenteroso: prova a dare accelerazioni al gioco, e a trovare varchi nel muro granata, con inserimenti palla al piede, che solo in parte gli riescono: ng
CELIA – Mobile: A sinistra prova molti inserimenti e i suggerimenti in area non mancano, più incisivo nella ripresa, quando prova anche a tagliare il campo con aperture, per sorprendere il Pontedera: 6
EUSEPI – Generoso: gli attaccanti sono, nel dna, poco generosi. Invece lui gioca molto per la squadra, si abbassa anche i difesa, fa la lotta con tutti. Questa volta a scapito della lucidità e precisione in fase di tiro: 6
ARRIGHINI – Sfortunato: tra il grande ex e il gol c’è un maledetto palo, che gli nega una rete sacrosanta, impreziosita da un colpo da altra categoria. C’è, anche, un rigore non fischiato, che sarebbe, invece, più che legittimo. C’è una prova che avrebbe meritato altre, e più alte, soddisfazioni, personali e di squadra: 7