Terzo Valico, Porta incalza Cabella: “Agire subito per lo shunt”
L'ex consigliera comunale di Forza Italia bacchetta la "sua" maggioranza: "Serve un provvedimento immediato"
NOVI LIGURE — Maria Rosa Porta bacchetta la “sua” maggioranza e vuole che il consiglio comunale di Novi Ligure approvi al più presto un atto ufficiale, con cui chiedere che venga ripristinato lo shunt del Terzo Valico, vale a dire che bretella ferroviaria – inizialmente prevista tra il basso Pieve e Pozzolo Formigaro – che consentirebbe ai treni merci di bypassare la città, anziché attraversarla. «Avevano promesso che se ne sarebbero occupati subito – ha detto Porta – Invece ormai sono passati i fatidici “cento giorni” e di questo provvedimento non c’è traccia».
L’ex consigliera comunale di Forza Italia, insieme a Dario Ubaldeschi, nel 2016 ha dato vita al comitato “Contiamoci”: lo scopo era promuovere un referendum tra gli abitanti di Novi, affinché si esprimessero sul progetto dello shunt. Il referendum non venne mai preso in considerazione dalle autorità competenti, ma ora Porta e Ubaldeschi tornano alla carica chiedendo che il consiglio comunale si esprima in maniera ufficiale, magari durante una seduta aperta alla partecipazione del pubblico. Anche perché l’esito dell’incontro tra il sindaco Gian Paolo Cabella e il numero uno di Rfi Maurizio Gentile non ha convinto gli esponenti del comitato, che si chiedono perché il primo cittadino, lunedì, alla ripresa dell’attività politica dopo la pausa estiva, non abbia informato il consiglio comunale di quanto discusso a Roma.
I problemi sul tavolo sono diversi, ma occorre fare un passo indietro. Lo shunt era previsto nel progetto originale del Terzo Valico, ma è stato eliminato su richiesta del Comune di Novi, sul presupposto che “costringendo” i treni a transitare in città ci sarebbe stato un rilancio dello scalo merci di San Bovo. Inoltre, ci sarebbe stato un minor consumo di suolo.
Per Porta e Ubaldeschi è tutto sbagliato: «Non c’è alcuna certezza sul rilancio di San Bovo, che è uno scalo molto piccolo rispetto alle attuali aree logistiche. In più senza shunt i treni del Terzo Valico passeranno tutti in città (fino a 280 al giorno), con gravi conseguenze in termini di vibrazioni, deprezzamento degli immobili, inquinamento acustico, estetica (saranno installate alte barriere antirumore) e soprattutto sicurezza, visto che transiteranno anche treni cisterna».
E tante altre grane: «L’interconnessione oggi in progetto tra i nuovi binari e la linea storica potrebbe danneggiare le aziende dolciarie Gambarotta e Novi Elah Dufour, oltre che gli ex magazzini Pernigotti della Barbellotta – afferma Ubaldeschi – Ci sarebbero problemi con il rio Gazzo e verrebbero eliminati anche gli scambi che permettono l’ingresso dei convogli ferroviari nello stabilimento Ilva, ora Arcelor Mittal, che dovrebbero essere ripristinati a spese non si sa bene di chi».
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