Edoardo Canepa: le vecchie patronali, dove a tavola il piatto forte era l’armonia
Prosegue il ciclo di interviste realizzato da Sara Caprioglio per il Parco del Po in vista di IT.A.CÀ Monferrato
Aspettando Itaca è un progetto nato su iniziativa del Parco Del Po e che è stato affidato a Sara Caprioglio, stagista all’interno della sede. In previsione del festival IT.A.CA’ Monferrato sul turismo responsabile, Sara ha intervistato persone di diversi impieghi e interessi con lo scopo di spiegare il significato della parola “Restanza”, tema principale del festival.
L’evento in cui si metteranno in mostra tutte le qualità e tradizioni del Monferrato, valorizzando anche la natura che lo circonda, si terrà dal 13 al 20 Ottobre 2019.
In previsione dell’appuntamento il Parco prova a trasmettere i giusti valori del territorio…
Aspettando IT.A.CÀ – 08 Edoardo Canepa
Uno dei negozi più antichi di Casale Monferrato è la Ferramenta Castello, realtà attiva dal 1912. Il proprietario è Edoardo Canepa che oggi ricorda i vecchi tempi e la giovinezza degli abitanti che conoscono da tempo la sua ferramenta e lo apprezzano per il calore con cui li accoglie. Edoardo ci offre la sua visione riguardo al territorio e a ciò che lo lega di più ad esso: la sua tradizione famigliare.
D_Qual è la prima cosa che ti viene in mente pensando alla parola Monferrato? Perchè?
R_Qui mi sento decisamente a casa, in pace e serenità tra le colline ammirando la bellezza dei paesaggi. Ciò che mi affascina particolarmente sono le pianure risicole con cui l’agricoltura ha il suo sviluppo, così come la biodiversità e la vegetazione che ci offre il nostro fiume. Sento molto un senso di appartenenza, trasmesso da tutto ciò che vedo quotidianamente.
D_Quale tra le tradizioni monferrine hai più a cuore e non cambieresti per nulla al mondo?
R_Le feste patronali. Purtroppo sono cambiate col tempo tralasciando il valore che avevano una volta. Oggi sono delle grandi feste che offrono tanti piatti tipici dei vari paesini del Monferrato, organizzate delle varie pro loco. Ai tempi invece dopo le celebrazioni religiose, i parenti trasferiti nelle grandi città tornavano nel loro paese d’origine a godersi la loro casa in serenità insieme alla famiglia. Si organizzavano enormi tavolate nelle quali il piatto principale era l’armonia con cui si stava insieme. Ci sono quindi alcuni valori che ora non vengono considerati come un tempo: la famiglia.
D_Che cosa si dovrebbe fare per far apprezzare ancora di più il Monferrato?
R_Vivendo nel Monferrato ho captato una lacuna che si estende nel nostro paese a livello turistico ed economico. Riguarda la valorizzazione del territorio, il quale non viene tanto considerato dai turisti d’altro mondo. Si conoscono molti altri paesi italiani, ma il nostro rimane quasi all’oscuro. Una più attiva comunicazione e pubblicizzazione potrebbe aiutare a risaltare quella che è la nostra casa, le sue ricchezze e la qualità dei prodotti.
D_Preferiresti essere uno degli “attori” oppure “spettatori” di questo turismo responsabile?
R_Credo che tutti dovrebbero essere “attori” del turismo ed agire sia per noi stessi che per i nostri ospiti. Questo compito a livello locale deve essere gestito dai pubblici e dai privati uniti in una collaborazione stabile.
D_Qual è la tua Itaca da raggiungere?
R_La mia Itaca corrisponde al luogo in cui sono nato e da cui non mi sono mai spostato per troppo tempo. Sicuramente la curiosità di scoprire altri luoghi è fondamentale, ma potrei avere l’opportunità di ispirarmi, imitando le particolarità più innovative che trovo e le porto a casa.