Pernigotti, nuovo rinvio: manca il piano industriale
Confermata la cessione del ramo d?azienda Ice & Pastry al gruppo Optima, ma Pernigotti non aveva un vero piano industriale da proporre
NOVI LIGURE — Manca il piano industriale e l’incertezza è ancora il sentimento dominante tra i lavoratori della Pernigotti di Novi Ligure. Ieri al ministero dello Sviluppo economico è stata confermata la cessione del ramo d’azienda Ice & Pastry da parte di Pernigotti al gruppo Optima – anticipata l’altro ieri a mezzo stampa – ma i dirigenti dell’azienda dolciaria novese non avevano un vero piano industriale da sottoporre all’esame delle parti sociali. «Per questo il vertice è stato riconvocato tra tre settimane – ha spiegato Tiziano Crocco, segretario provinciale della Uila-Uil, presente al tavolo – Ci rivedremo al ministero per analizzare le cifre visto che quelle presentate oggi erano lacunose».
Secondo i sindacati, non c’è stata chiarezza sugli eventuali esuberi (che potrebbero concretizzarsi nell’accompagnamento alla pensione per alcuni dipendenti) né sul numero dei lavoratori che saranno impiegati nelle lavorazioni. Sarà infatti la Pernigotti a continuare la produzione nella fabbrica di Novi, per conto proprio (cioccolatini e torroni con il marchio “Pernigotti 1860”) e per conto di Optima (che ha acquisito il marchio “Pernigotti mastri gelatieri italiani”).
Grazie alle risorse ottenute grazie alla cessione del comparto I&P, Pernigotti riprenderà la produzione di cioccolatini e torrone. E direi che un anno fa i Toksoz avevano deciso di chiuderla, quella fabbrica. «Un ramo secco» la definì qualcuno. Parole che ancora oggi i lavoratori si sono legate al dito.
Al vertice del Mise ha partecipato anche il sindaco Gian Paolo Cabella. «Ho manifestato l’intenzione di mantenere il vincolo urbanistico sull’area dello stabilimento, imposto dall’amministrazione Muliere, e infatti in giunta deciso di resistere in giudizio contro il ricorso presentato al Tar dalla Pernigotti», ha detto il primo cittadino.
«Siamo basiti e anche un po’ arrabbiati», ha affermato il segretario nazionale della Uila Pietro Pellegrini a margine della riunione. «Oggi ci è stato presentato un piano industriale “virtuale”, tutto ancora da costruire, in cui già si parla di esuberi senza alcuna garanzia di crescita della produzione e di investimenti. Cosa è cambiato rispetto a due mesi fa? Dove sono gli investimenti? Perché due investitori seri come Emendatori e Spes sono stati esclusi?»