Forte di Gavi: “In cassa 4 milioni per costruire la cremagliera”
L'annuncio della direttrice Aimone: "Presto altri 300mila euro per eliminare le barriere architettoniche"
GAVI – Oltre 4 milioni di euro per realizzare la cremagliera che colleghi Gavi al suo forte, aprire il collegamento tra la parte bassa e quella alta della fortezza ed eliminare le barriere architettoniche all’interno delle mura. L’annuncio è stato dato dalla direttrice della struttura, Anna Maria Aimone. «I soldi sono in cassa – ha detto all’apertura di un convegno che si è tenuto domenica a Gavi – Nel giro di 6-12 mesi potremmo avere il progetto per la cremagliera». L’opera è fondamentale per garantire un accesso semplice e veloce al forte (penalizzato sul fronte turistico dalla strada stretta e tortuosa e dalla mancanza di parcheggi) e per proiettarlo finalmente sul panorama turistico nazionale.
La direttrice ha fatto il punto sui vari lavori in corso o in progetto alla fortezza. Oltre ai 4 milioni per la cremagliera, «dal ministero dei Beni culturali arriveranno 300 mila euro per l’abbattimento delle barriere architettoniche, grazie a un progetto realizzato in cooperazione con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti e l’Istituto per i sordi di Torino che partirà il prossimo anno». Altri 140 mila euro saranno destinati alla messa in sicurezza del collegamento tra il basso e l’alto forte («Avevo chiesto 15 mila euro a sponsor locali ma nessuno si è fatto avanti, il ministero invece ci ha creduto», ha accusato Aimone). Sono in dirittura d’arrivo, anche se in ritardo di qualche mese, i lavori per la sistemazione della “manica lunga”, l’ex refettorio dei soldati: sono state rifatte le capriate del tetto (costo 200 mila euro).
Proprio questi lavori e la mancanza di personale, ha spiegato Aimone, sarebbero i responsabili del sensibile calo di visitatori al forte: «Ho solo tre dipendenti, a cui devo assicurare ferie e turnazioni, e la mia sede di lavoro è a 160 chilometri da Gavi. È ovvio che le giornate di apertura si siano ridotte. Ho chiesto che mi vengano assegnate 10 persone, ma del concorso indetto dal ministero per 1.051 posti, solo 56 sono stati assegnati al Piemonte».