Pernigotti, stop anche alla trattativa con Spes: è di nuovo crisi
Dopo lo stallo con Emendatori per la divisione gelateria, ora arriva la doccia fredda anche per il comparto cioccolato-torrone
NOVI LIGURE — I Toksoz hanno deciso di recedere dal contratto preliminare stipulato con Spes per la cessione del ramo cioccolato e torrone della Pernigotti. La notizia arriva dalla stessa cooperativa di Torino, che parla di «sconcerto» per la decisione della famiglia turca proprietaria dell’azienda dolciaria novese. All’origine della scelta ci sarebbe, secondo Spes, «l’impossibilità di addivenire alla definizione contrattuale con Giordano Emendatori», l’imprenditore emiliano che avrebbe dovuto rilevare il comparto gelateria.
Per la cooperativa torinese si tratta di «una doccia fredda» che «lascia sconcertati in considerazione che fino a qualche giorno fa gli advisor e i legali di entrambe le società hanno lavorato per arrivare alla stesura definitiva del contratto» che avrebbe dovuto essere firmato lunedì 30 settembre.
«Certo avevamo capito, pur non ricevendo nessuna informazione ufficiale, che l’accordo tra Emendatori e Pernigotti fosse gravemente compromesso – dice Antonio Di Donna, presidente di Spes – ma speravamo che si trovasse una soluzione e che comunque l’accordo tra Pernigotti e Spes, non avendo evidenziato criticità, si potesse chiudere nel rispetto degli impegni sottoscritti».
Oggi sembra che tutte le trattative di questi mesi siano state inutili. Dice Di Donna: «Sono profondamente deluso e dispiaciuto, il progetto di Spes avrebbe potuto rilanciare il sito produttivo. L’assunzione di tutto il personale e la valorizzazione del territorio novese erano alla base del progetto». Di Donna spiega che «per rispetto dei lavoratori e delle istituzioni, saremo presenti all’incontro del 2 ottobre al ministero dello Sviluppo economico». «In tale occasione ci aspettiamo di capire le reali ragioni che hanno portato Pernigotti a chiudere la trattativa anche con noi – dice il numero uno di Spes – Se ci saranno i presupposti siamo disponibili a riaprire la trattativa purché si definisca un percorso seriamente volto alla reindustrializzazione con impegni e tempi certi a tutela di tutti i soggetti coinvolti».