Braccio di ferro Usa-Cina, si avvantaggia il vino piemontese
L'analisi di Coldiretti
TORINO – Il vino piemontese può trarre vantaggio della guerra commerciale in atto tra Usa e Cina? Parrebbe di sì. Con gli aumenti tariffari alle frontiere le vendite di vini Usa sul mercato cinese sono diminuite del 54% nel 2019 per effetto delle ritorsioni del gigante asiatico. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che ad avvantaggiarsene è anche il vino Made in Italy che aumenta del 6,4% il valore delle esportazioni in Cina (dati Istat relativi ai primi cinque mesi dell’anno).
«Quello cinese è sicuramente un mercato importante poiché, per effetto di una crescita ininterrotta nei consumi, la Cina è entrata nella lista dei cinque Paesi che consumano più vino nel mondo. Un mercato dunque strategico per i nostri viticoltori che può essere rafforzato grazie all’accordo sulla Via della Seta – commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – Dall’Oriente abbiamo già avuto dei segnali positivi riguardo al Made in Piemonte: dalla frutta, i kiwi e gli agrumi in particolare, al vino, fino al latte in polvere. Questo perché il mercato cinese fa molta attenzione alla qualità e, per quanto riguarda il vino, si è registrata una forte crescita che si attesta sul 75% in Cina e sul 15% in Giappone. Ad essere, invece, bloccata verso oriente è la frutta fresca, in particolare mele e pere, oggetto di uno specifico negoziato, mentre qui continuano ad arrivare quelle cinesi. Auspichiamo che l’accordo sulla Via della Seta possa rafforzare, quindi, l’export dei prodotti piemontesi, inglobando anche altre varietà di frutta, ed essere strategico per aprire ulteriori canali a nuovi prodotti e a dare stimoli al tessuto imprenditoriale del nostro territorio».