Giordano: pedalare, camminare, attivarsi nella conoscenza
Prosegue il ciclo di interviste realizzato da Sara Caprioglio per il Parco del Po in vista di IT.A.CÀ Monferrato
Aspettando Itaca è un progetto nato su iniziativa del Parco Del Po e che è stato affidato a Sara Caprioglio, stagista all’interno della sede. In previsione del festival IT.A.CA’ Monferrato sul turismo responsabile, Sara ha intervistato persone di diversi impieghi e interessi con lo scopo di spiegare il significato della parola “Restanza”, tema principale del festival.
L’evento in cui si metteranno in mostra tutte le qualità e tradizioni del Monferrato, valorizzando anche la natura che lo circonda, si terrà dal 13 al 20 Ottobre 2019.
In previsione dell’appuntamento il Parco prova a trasmettere i giusti valori del territorio…
Aspettando IT.A.CÀ – 05 Vittorio Giordano
Presidente dal 2017 del Circolo di Legambiente di Casale, ci dice qualcosa riguardo alla sua città natale Casale Monferrato e a ciò che la circonda. Il Monferrato per lui può essere definito con una sola parola: rifugio.
D_Qual è la prima cosa che ti viene in mente pensando alla parola Monferrato?
R_Fin da piccolo mi sono innamorato della parte “selvaggia” delle colline: la parte non toccata e coltivata, che rimane nella sua naturalezza insieme ai suoi animali.
D_Ti trovi all’estero in un paese completamente diverso dal tuo territorio. Qual è la prima cosa che racconteresti a chi non lo ha mai visitato?
R_Tutto l’insieme del territorio passando dalla pianura al fiume e alla collina, il tutto circondato da una corona di montagne ben visibili e spettacolari in certi giorni. La varietà del paesaggio rende ogni cosa particolare con le sue peculiarità, porta quindi alla curiosità di scoprirne i vari aspetti. Si possono conoscere le varie attività della città piuttosto che andare dal paesino più abbarbicato al più coltivato per godersi la tranquillità. Tengo a sottolineare anche la bellezza del nostro fiume che però, andrebbe riscoperto.
D_Quale tra le tradizioni monferrine hai più a cuore e non cambieresti per nulla al mondo?
R_Riscoperta, l’enogastronomia è mantenuta nel tempo come una tradizione più che notevole e di estrema rappresentanza per il territorio.
D_Considerando i pro e i contro, lasceresti mai il tuo territorio per un altro?
R_Apprezzo tutto ciò che riguarda la mia terra, ma non la considero in assoluto la più bella. Ogni paese è unico nel suo genere perciò tutti meritano di essere visitati: al giudizio si penserà in seguito. Ma anche se avessi avuto l’opportunità di viaggiare e stabilirmi in un altro posto, non avrei mai abbandonato definitivamente il Monferrato. Sarebbe rimasto sempre nella mia mente e nel mio cuore come una casa in cui rifugiarsi. Per me è una questione di emotività.
D_Che cosa si dovrebbe fare per far apprezzare ancora di più il Monferrato?
R_L’intraprendenza è il primo ingrediente di cui ho bisogno per rappresentare il circolo, facendo qualcosa per garantire iniziative piacevoli per tutti, ma soprattutto per salvaguardare l’ambiente. Il miglior modo per farlo è far toccare con mano la natura e scoprire i suoi misteri. Potenziare l’utilizzo della bicicletta e rendere più agevole la viabilità sarebbero due grandi passi avanti, aumentando anche i punti di ristoro. Fortunatamente nelle città si sta portando avanti questa opzione a livello turistico, ma rimane un interrogativo per le zone più nascoste. Oltre alla rivalutazione dei sentieri, tengo tanto al sistema dei trasporti: ripristinare alcune linee ferroviarie potrebbe incentivare il turismo ed essere un buon modo per ridurre l’utilizzo dell’auto. E perché no? Magari portarsi dietro la bicicletta può essere utile per muoversi nei centri.
D_Preferiresti essere uno degli “attori” oppure “spettatori” di questo turismo responsabile?
R_Bisognerebbe essere tutti un po’ attivi nella conoscenza del territorio, organizzando camminate e favorendo il movimento per chi non solo è ospite, bensì per tutti coloro che hanno il piacere della conoscenza.
D_Nella nostra zona ci sono parchi che si occupano della gestione di molte zone per preservare la loro naturalezza. Pensi che siano utili per la società monferrina?
R_E’ grazie anche ad enti come il Parco del Po che ora si ha più a cuore il valore che ha il nostro fiume e le sue particolarità i quali ai tempi, non venivano considerati come oggetto di protezione. Questa partita ormai vinta, nonostante difficoltà e diffidenze affrontate dal parco, permette un grande riavvicinamento nei confronti del fiume. Ciò non toglie la possibilità di un continuo miglioramento che chissà, potrebbe anche renderlo più attrattivo e confortevole. Per quanto riguarda invece l’economia, è ovvio che debba muoversi nei vari settori con più coerenza e coesione. Ma qualche passo avanti lo stiamo facendo con eventi come IT.A.CA che permettono di formare un’unica comunità unita, oltre a mettere in gioco la qualità del paese. Ciò non toglie che si possa sempre migliorare ad esempio nel rapporto con gli ospiti e l’accoglienza: devono aver voglia di tornare, o addirittura, restare.
D_Qual è la tua Itaca da raggiungere?
R_La mia Itaca da raggiungere è basare il progresso del Monferrato sulla realtà di oggi. E’ sicuramente giusto mantenere un certo attaccamento nei confronti delle tradizioni, ma i tempi ormai sono cambiati: il rapporto col passato deve essere di carattere critico, rivisitandone gli aspetti e significati. Guardando il futuro si può ottenere un equilibrio stabile con il presente.