Gong Li, fascino e talento in Laguna
Oggi proiezione fuori concorso nella sezione Venezia Classici-non fiction del documentario “Citizen Rosi”
VENEZIA – Nell’ottava giornata del Festival sono sfilate sul red carpet attrici e una nuova diva del web tutte molto gettonate fra il pubblico, da Claudia Gerini e Kasia Smutniak all’influencer Chiara Ferragni (per inciso: “Chiara Ferragni – Unposted” di Elisa Amoruso, il docu-film a lei dedicato, è decisamente brutto e retorico fuor di misura): eppure, questi passaggi sono stati rapidamente dimenticati all’apparire, fasciata in un abito da sera rosso e nero ispirato a un antico kimono, dell’icona orientale Gong Li, 53 anni indossati con grande fascino ed eleganza.
L’attrice cinese, diciassette anni dopo aver vinto la Coppa Volpi a Venezia come miglior interprete in “La storia di Qiu Yu”, diretta da Zhāng Yìmóu, è tornata in Laguna per presentare “Lan Xin Da Ju Yuan” (“Saturday fiction”) del regista Ye Lou, una spy story ambientata nella Shangai del 1941, terreno di scontro tra servizi segreti di potenze avversarie. L’interpretazione di Gong Li nel film è, come di consueto, un esercizio di stile.
In giornata è stato proiettato anche “Babyteeth”, opera prima in concorso della regista australiana Shannon Murphy: una storia un po’ convenzionale, basata sull’improbabile eppure salvifica storia d’amore tra la giovane protagonista Milla (Eliza Scanlen), affetta da una grave malattia, e l’altrettanto giovane spacciatore Moses (Toby Wallace).
Oggi, giovedì 5 settembre, proiezione fuori concorso nella sezione Venezia Classici – non fiction del documentario “Citizen Rosi”, per la regia di Carolina Rosi e Didi Gnocchi, mentre il critico cinematografico Steve Della Casa presenterà il suo “Boia, maschere e segreti: l’horror italiano degli anni Sessanta”.