“Le contenzioni? Questo non è più il mio mestiere”
La prassi e la domanda innocente di un bimbo. ?Non combatto più senza garanzie?
ALESSANDRIA – È una testimonianza sofferta, quella che pubblichiamo. E che fa capire le difficoltà e i dubbi, a volte anche laceranti, che quotidianamente si devono affrontare in una struttura sanitaria. Che sempre più spesso lasciano impotenti gli stessi operatori.
“Non voglio più contenere. Non credo di voler più combattere contro tutto senza garanzie (perché già il 14 agosto, sui fatti di Bergamo, scriveva lo psichiatra che ci rappresenta all’Istituto Superiore di Sanità mettendo al rogo i contenzionisti, gente che ancora non è stata illuminata). Mio figlio mi chiedeva, sconvolto dalla verità dei fatti di cronaca d’agosto, «come può essere stata legata al letto? Perché?». Debbo dire che anche io lo faccio e che autorizzo a farlo. E che quindi ci metto la mia firma anche quando non ce la metto. Non voglio più. Non lo faccio più. Non è più il mio mestiere. Voglio avere il tempo di pensare di trovare tutte le possibili altre soluzioni. E se il tempo non ce l’ho mi chiamo fuori“.