Cazzuli: per il Monferrato Unesco si faccia ospitalità diffusa
Prosegue il ciclo di interviste realizzato da Sara Caprioglio per il Parco del Po in vista di IT.A.CÀ Monferrato
Aspettando Itaca è un progetto nato su iniziativa del Parco Del Po e che è stato affidato a Sara Caprioglio, stagista all’interno della sede. In previsione del festival IT.A.CA’ Monferrato sul turismo responsabile, Sara ha intervistato persone di diversi impieghi e interessi con lo scopo di spiegare il significato della parola “Restanza”, tema principale del festival.
L’evento in cui si metteranno in mostra tutte le qualità e tradizioni del Monferrato, valorizzando anche la natura che lo circonda, si terrà dal 13 al 20 Ottobre 2019.
In previsione dell’appuntamento il Parco prova a trasmettere i giusti valori del territorio…
Aspettando IT.A.CÀ – 04 Elio Cazzuli
Tante parole che hanno il sogno di essere ascoltate. Elio è l’autore di discorsi e storie di tutti i tipi. Capace anche di immortalare momenti e raccontarli. Non scrive nulla ma ama regalare libri. La sua più grande passione è quella di informare le persone, giovani ed adulti, della realtà dei fatti.
D_Qual è la prima cosa che ti viene in mente pensando alla parola Monferrato? Perché?
R_Il Monferrato è un territorio ancora in via di sviluppo in molti campi. Per renderlo più conosciuto ci vuole qualcosa di non esagerato, un mezzo efficace ma allo stesso tempo minimal che rimanga in testa ai visitatori. Questo può essere il Grignolino, legato al paesaggio vitivinicolo. Questa è la prima cosa che mi viene in mente.
D_Ti trovi all’estero in un territorio diverso dal tuo. Qual è la prima cosa che racconteresti a chi non lo ha mai visitato?
R_Potranno sicuramente venire a conoscenza altre risorse come il territorio legato all’ambiente. Da una parte la viticultura e dall’altra la risicoltura. L’ultimo per esempio è il meno notato in quanto marginale e povero di iniziative: ha però una storia antichissima che va messa in rilievo. Quelle che invece non deludono sono le tradizioni culinarie, in particolare per me la bagna cauda. Dalla mia esperienza posso dire che è molto apprezzata all’estero.
D_Che cosa si dovrebbe fare per far apprezzare ancora di più il Monferrato?
R_Oltre al nostro Grignolino, ci sono altri modi per migliorare la situazione turistica: uno di questi è fare ospitalità diffusa. Le zone patrimonio Unesco per esempio, sono accessibili solo pochissimi periodi l’anno, e ci vuole tantissimo tempo per riuscire a fare una prenotazione. Se io fossi un turista mi sentirei in difficoltà e mi piacerebbe avere la possibilità di visitare i luoghi in modo facilitato. Si potrebbero creare dei “pacchetti” già pronti per le gite in famiglia. Argomento di discussione potrebbe essere il rapporto qualità-prezzo nei B&B. Tutto questo è frutto di una poca collaborazione tra operatori, che purtroppo ora come ora agiscono privatamente. Penso che il turismo possa essere una risorsa così come un problema. Può non essere controllato o eccessivo un un certo luogo: mancherebbe quindi un equilibrio tra le varie zone. Il problema che ritengo da affrontare è la responsabilità con cui si deve trattare il territorio, per esempio in ambito fotografico: un turista come un cittadino comune può non rendersi conto che molte fotografie possono disturbare un ambiente naturale protetto; qualcun’altro invece può non sapere che a certi fiori non vanno raccolti perché salvaguardati dai parchi.
D_Nella nostra zona ci sono parchi che si occupano della gestione di molte zone per preservare la loro naturalezza. Pensi siano utili per la società monferrina?
R_Non sempre è questione di mancanza di conoscenza, ma di sensibilità sul territorio. Tempo fa la gestione del fiume Po ha permesso le difese delle sponde richieste dai privati dopo lo spostamento (causato in modo naturale) del fiume. Lo scopo era per di più di interesse, garantendo più terreni gratuiti ai proprietari terrieri. Era un pozzo di San Patrizio. Dopo venti/trenta anni di lotte ambientaliste da parte dei parchi e da me personalmente, sono stati interrotti questi lavori, stimando le quantità di soldi risparmiati allo stato. Grazie ai parchi, in particolare il parco del Po, si fa conoscere il territorio e si rende il fiume un punto di unione per i vari comuni. Essi sono tra i pochi posti che fanno rispettare davvero le leggi. Si adotta un principio di “casa globale”. Essendo posti comuni di tutti e preziosi, è come se fossero casa nostra, e a casa nostra tutti hanno le loro regole di pulizia, mentre fuori casa no.
D_Qual è la tua Itaca da raggiungere?
R_La mia Itaca da raggiungere è un paese in cui, oltre a far conoscere, bisogna spiegare in che modo farlo. Per evitare i danni da parte di coloro che non sono molto informati, bisogna presentare ogni elemento in un certo modo. Ciò che vorrei è che si crasse più informazione per dare consapevolezza, ma soprattutto che ci siano più controlli sul posto. Parliamo di abbandono di rifiuti a seguito di pic-nic o eventi. Tutte queste prevenzioni potrebbero essere evitate se solo l’uomo non fosse un potenziale distruttore.