“Aiutiamoli a casa loro”: un progetto per il rimpatrio volontario dei migranti
Protocollo tra Ministero e Prefetture, compresa quella di Alessandria
PIEMONTE – “Il tema dell’immigrazione è prioritario per la nostra regione e oggi abbiamo avviato un progetto che ci permetterà di incentivare il rimpatrio dei migranti presenti in Piemonte”: sono le parole del presidente della Regione Alberto Cirio, che solo pochi giorni fa a Torino ha siglato un protocollo insieme al sottosegretario del Ministero agli Interni Nicola Molteni, il capo Dipartimento per Libertà civili e l’Immigrazione Michele di Bari e i Prefetti piemontesi. Presente anche il vice prefetto di Alessandria, Paolo Ponta.
Il documento sembra sancire un modello innovativo di intervento a regia regionale, in partenariato con Prefetture, Enti Locali, organizzazioni internazionali ed enti di riferimento del settore. In cosa consiste? In un tavolo, coordinato dalla Regione Piemonte, di concertazione territoriale per incentivare i rimpatri volontari dei migranti presenti nei diversi comuni, attraverso progetti che ne consentano “il concreto reinserimento nel tessuto sociale e produttivo dei paesi di origine”. Il sostegno economico, infatti, non sarà assegnato al singolo individuo, ma per sostenere l’avvio di una attività lavorativa. Non qui ma nel loro paese di origine.
“Questo progetto – ha spiegato il presidente Cirio – è una sperimentazione importante perché non dà un sussidio economico fine a se stesso, ma crea le condizioni perché un migrante possa tornare a casa e poi avere realmente le opportunità per restarci. Diciamo spesso ‘aiutiamoli a casa loro’, ma poi non lo facciamo. Questa volta invece alle parole seguono i fatti, anche attraverso le risorse di quell’Europa che troppo spesso ha lasciato solo il nostro Paese nel gestire un problema che, però, non è solo italiano. Il Piemonte è una terra solidale, ma la solidarietà deve sempre andare di pari passo con la legalità”, con riferimento esplicito al caso ‘ex Moi’.
Dopo il Friuli Venezia Giulia, il Piemonte è la seconda regione italiana a procedere con questa sperimentazione, finanziata per il 50% con risorse europee (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione – Fami) e per il 50% dal Ministero degli Interni.
“Con questa firma cambia il paradigma utilizzato fino a oggi sul tema della gestione dell’immigrazione: non più soldi per far restare gli immigrati sul nostro territorio ma incentivi per farli tornare nel loro Paese – ha aggiunto l’assessore alla Sicurezza Fabrizio Ricca – Il rimpatrio volontario, insieme ad altri strumenti, può essere un tassello in più per mettere ordine in una crisi migratoria che per troppo tempo non è stata gestita”.
Ora bisognerà vedere di che numeri, almeno per la provincia alessandrina, si tratta e quante sono le risorse complessive messe sul piatto della bilancia per tutti i territori piemontesi.