“Per mesi la tragedia davanti a noi”
Acquesi, ovadesi e abitanti della Valle Stura e il passaggio nell'area interessata dal crollo del ponte
OVADA – Hanno avuto ogni giorno l’immagine esatta di cos’è stata l’immane tragedia del Ponte Morandi transitando dal momento della riapertura della linea sotto quel che ne è rimasto fino al momento del completo abbattimento. Sono i viaggiatori abituali dell’Acqui – Genova che per due mesi hanno dovuto ridisegnare le loro vite a causa di quanto successo il 14 agosto di un anno fa. «Abbiamo sempre avuto – spiegano i portavoce del Comitato Trasporti Valli Orba e Stura – le proporzione di quanto accaduto per chi ha perso la vita. Non c’è dubbio che però per tutti noi è stato uno sconvolgimento non da poco». Ogni giorno il trasbordo in bus fino a Genova Prà per intercettare un treno in arrivo dal Ponente e proseguire verso il centro. Il posto di lavoro, o di studio, improvvisamente a due ore di distanza per un territorio da sempre legato a doppio filo con il capoluogo ligure. La preoccupazione espressa in un’assemblea alla Loggia di San Sebastiano in cui in tanti chiesero a Regione Liguria e Trenitalia di adottare provvedimenti. Ed anche, in quel frangente, la nascita di “Ovada – Genova: strada facendo”, il gruppo Facebook ispirato da Alessanda Rapetti, nella vita infermiera professionale all’ospedale San Martino di Genova e membro del direttivo del Comitato, per mettere in contatto i viaggiatori e incentivare la condivisione delle auto per far fronte alla mutata situazione. Al momento della riapertura della linea, lo strazio del passaggio sotto il ponte attraversato molte volte anche in auto per raggiungere il centro della città.