Claudia Demarchi: ‘Sogno paese in cui la gente crede e si attiva’
Prosegue il ciclo di interviste realizzato da Sara Caprioglio per il Parco del Po in vista di IT.A.CÀ Monferrato
Aspettando Itaca è un progetto nato su iniziativa del Parco Del Po e che è stato affidato a Sara Caprioglio, stagista all’interno della sede. In previsione del festival IT.A.CA’ Monferrato sul turismo responsabile, Sara ha intervistato persone di diversi impieghi e interessi con lo scopo di spiegare il significato della parola “Restanza”, tema principale del festival.
L’evento in cui si metteranno in mostra tutte le qualità e tradizioni del Monferrato, valorizzando anche la natura che lo circonda, si terrà dal 13 al 20 Ottobre 2019.
In previsione dell’appuntamento il Parco prova a trasmettere i giusti valori del territorio…
Aspettando IT.A.CÀ – 03 Claudia Demarchi
L’intraprendenza del sindaco di Fontanetto Po (Vc), Claudia Demarchi, rende questa cittadina fiera delle sue risorse e della sua essenza. Non a caso è a “capo” per la seconda volta di un paese fiorito e particolare per le sue rogge storiche.
D_Qual è la prima cosa che ti viene in mente pensando alla parola Monferrato?
R_Sono i dirimpettai di anni fa che collegavano la parte risicola a quella collinare, attraversando il fiume Po. Quello più significativo è il porto natante, traghetto a fune che attraversava il fiume per raggiungere l’altra sponda, i cui scopi erano economici e di spostamento e più avanti, turistici. Andato distrutto con le alluvioni, ora è sostituito da ponti.
D_Ti trovi all’estero in un paese completamente diverso dal tuo territorio. Qual è la prima cosa che racconteresti a chi non lo avesse mai visitato?
R_Nel mio paese abbiamo molto a cuore tre cose: arte, musica e natura. D’altronde lo si legge subito entrando in paese, insieme al benvenuto. Gli aspetti artistici si notano all’ingresso con il campanile, uno dei più alti, così come le ammirevoli rogge che attraversano Fontanetto. La tradizione musicale è ancora viva: vi sono tante attività legate ad essa, per non parlare della banda e dell’accademia che danno vita al paese. Viene sempre ricordato Giovan Battista Viotti, celebre compositore e violinista del ‘700, nato proprio qui. Ha affrontato la storia europea più importante come il periodo della rivoluzione francese, ha suonato alla corte di Maria Antonietta e Caterina di Russia. Purtroppo è più appezzato all’estero che dagli stessi compaesani.
D_Nella nostra zona ci sono parchi che si occupano della gestione di molte zone per preservare la loro naturalezza. Pensi siano utili per la società monferrina?
R_Riguardo alla natura possiamo dire che ci sono stati tanti cambiamenti al livello del fiume. La zona del Po infatti ha avuto un ampliamento ed è stata modificata per favorire la viabilità e la comunicazione tra le due sponde. Tra i protagonisti del cambiamento e miglioramento della zona fluviale, vi sono i Parchi. Bisogna però essere consapevoli di vivere in un paese antropizzato. C’è chi apprezza il Parco e chi (vivendo lì) lo vede come un ostacolo per le proprie attività, soprattutto in campo agricolo. Può essere visto come vincolo eccessivo allo sviluppo delle attività locali.
D_Se ci fosse un nuovo sistema di economia più solidale e collaborativa, pensi che migliorerebbero le condizioni turistiche? Che cosa cambierebbe in particolare?
R_La soluzione a tutto sarebbe creare una collaborazione tra ambientalisti e lavoratori, non sempre facile per via dell’individualismo forte e tipico delle società private imprenditoriali. Un esempio che si potrebbe fare è quello della mancanza di alberi nelle zone risicole: per garantire un equilibrio sarebbe necessario aggiungere una zona boschiva a parte, separata fisicamente con il territorio coltivato ma unita in un unico scopo. Questa attenzione ed accuratezza sarà merito dell’amore per il proprio paese da parte non solo del comune e da tutti gli enti pubblici, ma anche da parte dei privati uniti in una collaborazione. Altro esempio è il mantenimento di un paese pulito, primo passo da compiere.
D_Considerando i pro e i contro, lasceresti mai il tuo territorio per un altro?
R_Dopo aver vissuto per vent’anni l’ambiente cittadino, ho deciso di stabilirmi in paese dopo il matrimonio, nella città di mio padre e dove sempre passavo i weekend. Ho capito che la città porta sempre opportunità a livello turistico ma anche di svago per i giovani. Tutto però dipende dal modo di vivere di ogni persona. Non sopporto proprio sentir dire che “in paese non c’è nulla”: sono le persone a dover avere la voglia di fare. Gli strumenti ci sono così come le occasioni, ma la scelta sta nella gente. Sicuramente si possono sempre rinnovare le attività oppure accettare le proposte altrui: saranno gli interessi pubblici a stabilire il tutto. Nonostante la vita di paese abbia assunto una concezione umana con l’avvento delle comunicazioni, il problema di oggi è la sua scarsa condivisione all’interno di se stesso.
D_Che cosa si dovrebbe fare per far apprezzare ancora di più il Monferrato?
R_Si dice che l’unione fa la forza e probabilmente è ciò che ci vuole. Se due zone sono molto diverse fra loro e con un differente avanzo turistico, un certo tipo di scambio potrebbe favorire l’avanzo di una delle due parti e, di conseguenza, entrambe. L’unica cosa da evitare è creare false illusioni correndo il rischio di promuovere qualcosa di non ancora soddisfacente.
D_Qual è la tua Itaca da raggiungere?
R_E’ proprio questo che mi porta la nostalgia della mia gioventù: una volta le piazze erano popolate da persone allegre che passeggiavano o facevano giri in bicicletta. Ora invece si vive in un posto muto, dove un sussurro diventa un grido di cui tutti parleranno. La mia Itaca è un paese in cui la gente crede e si attiva a rendere più bella la propria casa. Tutti devono sentirsi attori ottimisti del turismo responsabile.