Pernigotti, ora serve una newco per gestire la fabbrica
I sindacati chiedono che sia una nuova società unica a gestire la produzione nello stabilimento di Novi Ligure
NOVI LIGURE — Sindacati soddisfatti dall’esito del vertice al ministero dello Sviluppo economico che si è tenuto ieri. Certo la guardia va ancora tenuta alta (i contratti con Emendatori e Spes vanno formalizzati entro il 30 settembre e «oggi non si può ancora dire che la Pernigotti sia salva», ha ricordato ad esempio Roberto Benaglia della segreteria nazionale Fai Cisl) ma è stato compiuto un passo importante.
«Gli accordi salvaguardano sia l’occupazione sia la produzione presso il sito di Novi Ligure. Abbiamo trovato due imprenditori seri che hanno fatto una scommessa», ha detto Pietro Pellegrini della segreteria nazionale Uila Uil a margine dell’incontro. L’obiettivo ora è la creazione di una nuova società, «un soggetto unico aziendale che gestisca la produzione nello stabilimento di Novi». «Ci auguriamo – ha detto ancora Pellegrini – che, insieme al progetto di sviluppare nuovi prodotti e nuove opportunità sui mercati, venga incrementata la forza lavoro e vengano riassorbiti tutti gli interinali. Quello che per noi resta fondamentale è dare certezze a tutti i lavoratori della Pernigotti perché restano la forza dello stabilimento e la forza di questo marchio».
La tappa successiva sarà «quella di entrare nel merito del piano industriale per conoscere i dettagli che riguardano la produzione e l’assetto occupazionale», ha affermato Sara Palazzoli della segreteria nazionale Flai Cgil. A settembre ci sarà una nuova convocazione al Mise, per una nuova valutazione della situazione.
«Questa vertenza dimostra come le produzioni e i marchi italiani mantengano appetibilità e capacità di rilancio grazie anche alle competenze dei lavoratori, e come non dobbiamo mai arrenderci davanti a crisi che spesso appaiono senza soluzione», ha dichiarato Enzo Medicina, segretario provinciale della Fai Cisl.