Due mamme vogliono giustizia: “Mai più un caso come a Bibbiano”
ALESSANDRIA – Sono mamme abituate (anche) a lavorare con bambini altrui. Non potevano far passare sotto silenzio quanto accaduto a Bibbiano, fatti di una gravità assoluta ma dei quali si è forse parlato e scritto troppo poco. Loro, Barbara Tettei e Lucia Eliana Sarmentino, hanno deciso, invece, che bisogna alzare non solo la voce ma anche il tappeto sotto il quale si tenta di nascondere la polvere, consce del fatto che sottrarre figli alle famiglie legittime, infamandole con calunnie, è operazione terribile. Ci ha messo un po’ la giustizia per fare chiarezza su un qualcosa che ci fa capire che la mente umana spesso sorprende in negativo più di quanto ci si possa immaginare. Se non avete ben presente quel che è successo a Bibbiano, comune di 10.000 abitanti in provincia di Reggio Emilia, le due alessandrine cercheranno di spiegarlo lunedì sera, nel corso di una manifestazione che si intitola I bambini non si toccano e che vuole, appunto, rimarcare l’importanza della famiglia e degli affetti, denunciando dal basso episodi di cronaca che fanno rabbrividire. L’appuntamento è per le 20.30 in piazzetta della Lega. “Vieni a camminare con noi” è l’appello rivolto a chi ha voglia di giustizia e a chi sa ancora inorridirsi, malgrado ormai si sia nell’epoca in cui tutto sembra scorrere senza provocare particolari brividi.
‘Portate scarpette bianche’
La camminata (alla quale parteciperanno, a titolo personale, anche amministratori comunali) è anche un modo per sostenere le famiglie coinvolte e che, solo dopo parecchio tempo, stanno ottenendo giustizia. “Invitiamo tutti a portare scarpette bianche: le lasceremo in piazzetta della Lega, vicino ai nostri striscioni” dice Barbara Tettei, educatrice che, coi bambini, ha a che fare quotidianamente. La camminata toccherà via San Lorenzo, piazza Marconi e corso Roma; si ritornerà poi in piazzetta per le considerazioni conclusive.
Cos’è accaduto
Passo indietro. È il 27 giugno. I carabinieri di Reggio Emilia, che indagano su presunte irregolarità che avrebbero caratterizzato la gestione di minori in affido nel comune di Bibbiano, eseguono una serie di misure cautelari ipotizzando che ci sia un’organizzazione che, nel manipolare le testimonianze di bambini, sottragga i piccoli a famiglie in difficoltà per assegnarli, dietro cospicuo pagamento, ad amici o conoscenti ritenuti “più idonei”. ‘Angeli e Demoni’ è il nome dell’indagine che coinvolge assistenti sociali, medici, psicologi e perfino il sindaco di Bibbiano. Per la Procura, i reati sono frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamenti su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso e lesioni gravissime.