San Giovannino: recupero pavimentazione del ‘700 e lavori per l’umidità dei muri
I prossimi lavori nella chiesa in corso Roma. La commissione Cultura ha fatto un sopralluogo
ALESSANDRIA – Siamo nel quartiere Gamondio, nella contrada del Corriggio, dove erano concentrati coloro che lavoravano la pelle. Se si rivolge lo sguardo verso il Tanaro, non è lontano e una volta era il porto del traffico delle merci che viaggiavano lungo il fiume. Le famiglie più povere si univano e si appoggiavano alla chiesa: così nascono le confraternite, unite nel culto del crocifisso. Da qui la nascita della della Confraternita del Santissimo Crocefisso (che sugli atti è del ‘200) che ancora oggi opera nella chiesa di San Giovannino in corso Roma.
Una chiesa che nasce da una eredità di un confratello che ‘voleva far costruire un oratorio, un luogo di aggregazione dove riunirsi’. Dove? “Qui, dove c’erano le case del nobile Trotti” come ha spiegato il priore della Confraternita, dottor Roberto Piccinini, durante un sopralluogo della commissione Cultura del Comune per vedere il procedere dei lavori di restauro.
La chiesa aveva inizialmente un impianto ‘ad aula’, rettangolare, a cui è stata aggiunta solo successivamente secondo i dettami del Barocco, l’abside, il presbiterio ed è stata alzata in altezza con finestre nella parte alta. Nell’800 è stata anche parrocchia.
Dagli anni ’90 dello scorso secolo ha visto susseguirsi tutta una serie di lavori di restauro grazie alla Consulta per la valorizzazione dei beni storici e artistici dell’alessandrino presieduta da Piergiacomo Guala. Che eroga i contributi per far tornare ‘ad antico splendore’ una delle chiese più antiche della città di Alessandria. “Una istituzione, dopo il Comune e la Diocesi alessandrina” come è stata definita.
Sono già stati realizzati lavori sulla parte pittorica e come secondo intervento si è proceduto sui gruppi lignei. “Oggi il terzo intervento è sulle pareti, sui muri che erano coperti da uno strato molto spesso di cemento, senza lasciare traspirare e creando problemi di umidità” come ha spiegato l’architetto direttore dei lavori, Andrea Milanese. E poi la pavimentazione: “questa in superficie è il terzo strato. Sarà tolto e l’intento è quello di recuperare quello subito sotto, del ‘700 che risale alla seconda ricostruzione”.
“Quando i lavori?” chiedono i commissari. “A settembre il nuovo intonaco, visto che bisogna far asciugare i muri. Mentre per il pavimento ci si mette poco, una settimana al massimo e sarà fatto prossimamente”. Anche perché la chiesa resterà fruibile e sempre aperta, a parte i 4-5 giorni in cui si dovrà procedere alla rimozione della pavimentazione”. Perché come ha ricordato il Priore, “dal 1859, cioè da quando fu stalla dei cavalli francesi nella Guerra di Indipendenza, non è mai stata chiusa!”.
E per il futuro… “ci sarà la facciata da rifare”.