“Le tre aliquote Irpef? Cambierebbe ben poco”
Analisi della Uil sull'ipotesi di riforma fiscale
ALESSANDRIA – Cosa cambierebbe con la riforma del Fisco e la riforma dell’Irpef con l’arrivo di tre aliquote fisse?
Secondo uno studio elaborato dalla Uil, ben poco: «L’ipotesi circolata in questi giorni – sottolinea il segretario confederale Domenico Proietti in una nota a commento del report elaborato dal sindacato – produrrebbe, rispetto all’attuale sistema, una minima riduzione delle tasse ai lavoratori dipendenti. Un lavoratore con un reddito pari a 30mila euro lordi annui, infatti, avrebbe un beneficio pari a 41 euro mensili. Ancora meno uno con un reddito di 20mila euro lordi annui, che avrebbe un beneficio mensile di circa 15 euro».
La simulazione Uil, in sintesi, per oltre 16,7 milioni di lavoratori (ovvero il 76,87% del totale) l’impatto sarebbe nullo o minimo e solo l’1,18% – cioè quelli con redditi superiori a 100mila euro lordi annui – beneficerebbero maggiormente dell’ipotetica riforma fiscale.
Quale strada, allora, si potrebbe seguire per dare un po’ di respiro a categorie da sempre tartassate? «Per ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti e pensionati – aggiunge Proietti – bisognerebbe agire sulle detrazioni specifiche. Le tre nuove aliquote fisse – ovvero 23% per lo scaglione di reddito compreso tra i 10mila e i 28mila euro, 37% tra i 28mila e i 100mila euro e 42% per lo scaglione superiore ai 100mila euro – non genererebbe alcun impatto per i redditi fino a 15mila euro lordi annui, con il massimo guadagno sui redditi intorno ai 130mila euro lordi, con una riduzione delle imposte pari al 6,91%».