Gli informatori degli abusivi: “Vai ché s’è liberato l’alloggio”
Una guerra tra i poveri con risvolti paradossali
ALESSANDRIA – Ci raccontano come se fosse colpa nostra essere andati solo adesso a scoperchiare la pentola delle nefandezze. Come se cadessimo dal pero dell’indifferenza per atterrare su un materasso di stupore.
«Non lo sapevate? È da anni che è così» ci dicono. Lo fanno senza comparire, come se l’anonimato fosse una barriera che protegge dalla paura.
Ecco, paura è un termine che ricorre, a margine della storia che abbiamo proposto sul ‘Piccolo’ di martedì. In due pagine si raccontava un viaggio assurdo a una quindicina di scalini da un cortile apparentemente normale. Però basta scendere, addentrarsi nelle cantine e si viene divorati dallo squallore, da una devastazione che mette a dura prova quattro dei cinque sensi. C’è silenzio, almeno quello.
C’è perché è pieno giorno. E le cose, qui, succedono di notte, come ci raccontano alcuni rappresentanti delle 84 famiglie che vivono negli alloggi dell’Atc con ingresso da via Volturno, a pochi passi da piazza Santo Stefano, area che ci viene descritta come il luogo in cui si incontrano (anche) personaggi perlomeno ambigui.
Su ‘Il Piccolo’ oggi in edicola l’intero reportage.