Discarica di Sezzadio, i sindaci tornano all’attacco
"Fermare i lavori. Vincoli ambientali non rispettati"
ACQUI TERME – I primi cittadini di Acqui Terme e Sezzadio lanciano un’altra sfida aprendo un nuovo fronte legato a vincoli non rispettati. Nel corso della conferenza stampa convocata ad Acqui venerdì mattina a Palazzo Levi, Lorenzo Lucchini ed Enzo Daniele hanno messo in evidenza un vizio sostanziale alla base dello studio di impatto ambientale predisposto dalla ditta Riccoboni, in cui si dichiarano inesistenti i vincoli idrogeologici e paesaggistici dell’area interessata dalla discarica.
Vincoli in realtà esistenti, e che sono stati palesemente violati, come si deduce dall’analisi dei documenti portati all’attenzione di tutti i soggetti istituzionali responsabili. Questo vizio potrebbe quindi rendere nullo tutto il procedimento di autorizzazione delle discarica di Sezzadio.
“Grazie al supporto di Paolo Mighetti – commenta il sindaco Lorenzo Lucchini – abbiamo fatto una serie di rilievi che ci permettono di essere fiduciosi per la revoca delle autorizzazioni. Tutto il procedimento che ha condotto all’autorizzazione della Discarica di Sezzadio si è basato su un studio di impatto ambientale in cui si è dichiarato inesistente un vincolo paesaggistico quando in realtà esiste. Questo secondo noi rende fondata la richiesta di revoca che abbiamo inviato alla Provincia di Alessandria in funzione di autotutela”.
“Abbiamo individuato un’area boschiva le cui dimensioni dimensioni per legge rendono impossibile dichiarare l’inesistenza di un vincolo. Noi abbiamo segnalato questa anomalia alle istituzioni provinciali e nazionali; di conseguenza chiediamo che venga revocato il Decreto autorizzativo della Provincia di Alessandria. Siamo certi che le istituzioni debbano assolutamente prendere in considerazione le segnalazioni che abbiamo rivelato».
Ma non è finita qui. Daniele e Lucchini chiedono infatti anche una revisione della perimetrazione delle aree di ricarica del territorio. A seguito di uno studio affidato al professor Giovanni Crosta, docente di Idrogeologia all’Università di Milano-Bicocca, sarebbero state infatti rilevate “incongruenze metodologiche” nelle analisi degli acquiferi profondi che hanno poi portato, nel 2016, alla riduzione delle aree di ricarica della provincia. Sulle analisi e sui rilievi effettuati graverebbe infatti “un approccio non conservativo”, in contrasto con il principio di precauzione più volte invocato dal Comune di Sezzadio e dai sindaci della Convezione territoriale. “Dopo le ferie estive – annuncia Rosangela Novaro – l’Ato organizzerà un tavolo tecnico per trasmettere alla Regione una relazione complessiva che dovrà tener conto anche delle osservazioni avanzate dal professor Crosta”.