Pernigotti, il Comune difende la variante anti speculazione
Il Comune di Novi Ligure si costituisce in giudizio contro i Toksoz che vorrebbero l'annullamento della variante anti speculazione
NOVI LIGURE — Gian Paolo Cabella e i suoi difenderanno in giudizio la variante urbanistica che mira a impedire speculazioni sull’area dello stabilimento Pernigotti, adottata ad aprile da parte della precedente amministrazione Muliere. Lo ha deciso la giunta, con una delibera che stanzia quasi 13 mila euro per le spese legali. Una scelta non scontata, visto che la la variante era stata approvata con i soli voti della maggioranza di centrosinistra. «Riteniamo che la variante votata ad aprile dal consiglio comunale sia corretta e pertanto abbiamo deciso di opporci al ricorso presentato dagli avvocati dei Toksoz», spiega l’assessore all’Urbanistica Roberta Bruno [nella foto].
La variante prevede che l’area dello stabilimento – 33 mila metri quadrati – possa essere riconvertita in case o uffici solo nel caso in cui la produzione venga trasferita da qualche parte all’interno del territorio comunale novese. Così facendo impedisce ai Toksoz eventuali speculazioni edilizie sulla zona tra viale della Rimembranza, via IV Novembre e via Crispi.
Che la proprietà della Pernigotti avrebbe impugnato di fronte al tribunale amministrativo la delibera del Comune di Novi si sapeva: a marzo lo studio legale Legance di Roma aveva inviato un municipio una serie di osservazioni. Secondo gli avvocati, la variante inibirebbe «il diritto di godere in modo pieno del complesso immobiliare» e impedirebbe «alla società di determinarsi liberamente sulle scelte strategiche inerenti alla propria attività imprenditoriale». Inoltre, la variante si tradurrebbe «in una misura ablatoria [un esproprio; ndr] senza indennizzo». Osservazioni che però erano state respinte dal Comune, sul presupposto che già il piano regolatore del 1990 prevedeva il trasferimento dello stabilimento, portandolo dal centro città a un’area nei pressi del Cipian.