Cordoglio anche in Monferrato per la morte di Giorgio Nebbia
Nel suo ultimo intervento a Casale nel 2016 parlò di amianto
CASALE MONFERRATO – La recente scomparsa di Giorgio Nebbia, tra i pionieri del movimento ambientalista italiano, ha destato vasto cordoglio anche nel nostro territorio.
Professore universitario di merceologia, scienziato e politico, Nebbia si è occupato durante la sua carriera in parlamento (dal 1983 al 1987 è stato deputato, dal 1987 al 1992 senatore) anche della lotta al nucleare.
Nel suo ultimo intervento a Casale (in collegamento via Skype nell’Aula Magna dell’Istituto Superiore Balbo) parlò invece di amianto (aprile 2016).
“L’ultimo abbraccio fisico è stato in Senato quando, il 10 maggio 2016, abbiamo festeggiato i suoi novant’anni – spiegano Barbara Tartaglione e Lino Balza “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” – Gli interventi sono stati raccolti dalla Fondazione Micheletti nel libro “Per Giorgio Nebbia. Ecologia e giustizia sociale”. Ultimamente non rispondeva più al telefono, non ci ha ringraziato per la consueta confezione di biscotti Krumiri, ahimè abbiamo pensato a qualcosa di grave. Ci mancherà la sua amicizia, che ci aveva degnato anche con la prefazione al nostro libro “Ambiente delitto perfetto”, prefazione che da sola vale più delle restanti 500 pagine del volume”.
L’INTERVENTO DEL 2016 A CASALE
Queste furono le parole conclusive di Giorgio Nebbia in occasione del Convegno organizzato in suo onore in Senato nel maggio 2016: “L’unica cosa che ha permeato tutta la mia vita è stata l’amore per qualunque cosa e anche per le persone (Dio mi perdoni, per quasi tutte) che ho incontrato. Qualcuno mi chiede che cosa penso di me e io dico che nella mia esistenza ho avuto due amori (come cantava Josephine Baker), uno è la Gabriella e l’altro la merceologia. Alla Gabriella, che mi ha lasciato alcuni anni fa, devo tutto perché mi ha sostenuto è sopportato per 54 anni di matrimonio felice, sempre vicino a me, sempre silenziosa è discreta, pronta a “fare” le bibliografie, a rileggere quello che scrivevo, conosceva l’italiano meglio di me, a correggere le bozze. Poi mi ha regalato un figlio, Mario, che ora ha 60 anni e che poi si è sposato con un’altra Gabriella e insieme mi hanno dato un altro regalo, mia nipote Silvia. Come vedete la mia vita è stata sempre piena di cose buone. Talvolta mi sono anche arrabbiato, e me ne scuso, ma nell’insieme credo che il filo conduttore sia stato la grande ricchezza di amore che ho ricevuto dai miei studenti universitari, dai miei colleghi e amici, dalla mia famiglia. A tutti dico grazie e auguro, con tutto il cuore, una vita bella come la mia. Poi faccio un augurio anche a me stesso, con le parole di Marcello Marchesi, “che la morte mi trovi vivo”.