Ingrid e Alice: il mistero degli esami non letti
Cosa è successo al Pronto soccorso? Le cose potevano andare diversamente?
ALESSANDRIA – Il primo alert, dopo l’arrivo notturno di Ingrid Vazzola (incinta alla 35° settimana) al Pronto soccorso dell’ospedale di Alessandria, arriva alle 8.09 di martedì 18 giugno: gli esami indicano, inequivocabilmente, che qualcosa non va. Ed è qualcosa di serio.
Sono precisi quei dati: il pannello riferito alla sepsi segnala che è in atto un’infezione batterica. Due tipi di streptococco sono positivi. Prima delle dimissioni dal Pronto soccorso ci sono altri dati che parlano in modo chiaro: c’è un elenco di esami che segnala, ancora, che il corpo di Ingrid si è preparato a combattere l’infezione. Ma alle 9.58 viene dimessa. Venerdì scorso, a Oviglio, l’addio.
Cosa è successo in quelle due ore di silenzio? Perché quegli esami segnalati dal sistema informatico, e quindi potenzialmente a disposizione di chi l’aveva in cura, non sono stati letti? Si sarebbe potuto cambiare il corso della storia di Ingrid? E ancora, c’è un nesso causale tra quegli eventi e le morti?
I famigliari chiedono risposte. Vogliono sapere perché quelle dimissioni nonostante si stesse delineando un quadro così grave. Alle 8.09 di quel 18 giugno, infatti, arrivano i primi responsi delle analisi chieste ed effettuate alle 2 di notte, un’ora dopo l’ingresso al pronto soccorso. Ingrid era insieme al marito, Stefano Mantelli. Poi la sequenza di quel giorno nefasto. Venerdì scorso, 28 giugno, a Oviglio, l’ultimo saluto a Ingrid e alla sua bimba.