Pm 10, per la prima volta rispettato il ‘tetto’ annuale
Presentata la Relazione sullo stato dell?ambiente
TORINO – Arpa e Regione Piemonte hanno presentato a Torino la Relazione sullo Stato dell’Ambiente 2019: presenti l’assessore all’Ambiente della Regione Matteo Marnati, il responsabile della Direzione regionale Ambiente Roberto Ronco, il direttore generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto e il direttore di Ires Piemonte, Marco Sisti.
«La giunta non farà azioni spot ma strutturali, che vadano bene per i prossimi anni – il pensiero di Marnati – Dobbiamo ragionare su quello che è stato fatto nel passato, e probabilmente bisogna fare cose nuove perché non ha funzionato molto».
È stato quindi il dg di Arpa Piemonte, Robotto, a illustrare attraverso quattro grandi tematiche – clima, aria, acqua e territorio – quale sia lo stato di salute dell’ambiente nella nostra regione, soffermandosi in particolare sulla qualità dell’aria.
«Il 2018, in Piemonte, è stato il secondo anno più caldo degli ultimi 61 anni – sottolinea – con un’anomalia termica media di circa +1,6° rispetto alla climatologia del periodo 1971-2000. Ma nel 2018 è stato importante anche l’apporto delle precipitazioni che, con circa 1.400 millimetri medi, posizionano l’anno come il quinto più piovoso degli ultimi 61, con un surplus pluviometrico del 32% rispetto alla norma 1971-2000».
Attenzione particolare alla ‘salute’ dell’aria: «Nel corso dell’anno passato – aggiunge il dirigente – quasi il 32% delle stazioni ha superato il limite giornaliero di 50µg/m3 di Pm10, tetto da non superarsi per più di 35 giorni all’anno. Il 2018 è stato il primo anno in cui il valore limite della media annuale, pari a 40 µg/m3, è stato rispettato in tutto il Piemonte. Quanto all’No2, biossido di azoto, la percentuale di stazioni della rete regionale che hanno superato il valore limite annuo per la protezione della salute umana (40 μg/m3) è pari al 5,77%. Rispetto all’ozono, invece, il 75% delle stazioni presenti sulla rete regionale ha superato il valore obiettivo di 120µg/mc, da non superarsi per più di 25 giorni all’anno. Si tratta però dell’unico inquinante che, in alcuni punti di misura, mostra un andamento temporale in controtendenza, con un aumento delle concentrazioni negli ultimi anni».
E i fiumi? Il dato più rilevante è quello relativo alla portata, perché – come evidenzia sempre Robotto – «per tutti i corsi d’acqua analizzati, la portata media mensile è sempre stata al di sopra della media storica. Inoltre, il 32% ha uno stato ecologico buono, considerando i dati del triennio 2014-2016, mentre quello chimico è buono per il 72% del totale».
Infine il territorio: «Quasi il 6,9% della superficie regionale viene consumata, pari a oltre 175mila ettari, rispetto alla media nazionale del 7,6% – spicca dai dati Arpa – Oltre il 68% dei Comuni è però a rischio frane, pari a 801 Comuni che interessano oltre 23mila abitanti (0,5% della popolazione). Per il rischio alluvioni, al contrario, è il 90% dei Comuni ad essere coinvolto, ovvero 1.073 per oltre 156mila abitanti (3,6% della popolazione)».
Ultima riflessione sui siti contaminati, «che attualmente – conclude l’Agenzia – sono 1.777 sull’intero territorio regionale, di cui 839 con procedimento attivo e 938 conclusi. La provincia di Torino possiede da sola quasi la metà dei siti presenti in banca dati, anche se è necessario leggere tale dato in rapporto all’estensione, alla concentrazione e alla qualità delle attività insediate; seguono le province di Novara e Alessandria».