Truffa alle assicurazioni? Indagate 39 persone
Anche medici e avvocati tra i professionisti sotto inchiesta
La maxi inchiesta sui presunti incidenti fantasma, sulle lesioni gonfiate o addirittura inventate, è chiusa. A firmare il 415 bis del codice penale, ovvero la chiusura delle indagini, è stato il procuratore aggiunto Tiziano Masini. Al centro dell’attenzione alcuni componenti della famiglia Bajrami.
Da quel che è emerso, reclutavano persone in difficoltà economiche, promettendo compensi, e li accompagnavano a stipulare contratti con le assicurazioni. L’ipotesi è che alcuni abbiano firmato con più compagnie, all’insaputa l’una dell’altra. La truffa si sarebbe articolata con l’apertura di conti cointestati; poi la denuncia dei falsi infortuni con una persona che si recava al pronto soccorso dove i medici attestavano le lesioni.
A questo punto la pratica sarebbe poi passata nelle mani degli avvocati che avrebbero fatto partire le richieste di indennizzo. Concluso l’iter, il danno veniva liquidato dalle compagnie assicuratrici. Indagini complesse che hanno coinvolto anche dei medici, accusati di aver certificato lesioni, a quel che sembra, inesistenti. L’attenzione della Procura è volta a chiarire se nei vari ospedali o in studi privati si sono presentate persone diverse da quelle che avevano dichiarato l’infortunio. Trentanove quelle sotto indagine. Le altre posizioni sono state stralciate e gli atti sono stati trasmessi alle Procure di Genova, Savona, Imperia, Pavia e Asti. Ma i professionisti negano fermamente le accuse.
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