Sarri, dal Moccagatta al tetto dell’Europa
Il suo Chelsea schianta l'Arsenal in Europa League
Il suo Chelsea schianta l'Arsenal in Europa League
Chi lo conosce bene racconta che il bancario diventato allenatore, che ha vinto tanto, anche nei giorni dei successi ha sempre un pensiero per l’Alessandria, il rammarico di una carriera che dal Moccagatta è decollata verso il tetto d’Europa: non essere riuscito a portare i Grigi in B. E’ passato tempo da quella semifinale ‘rubata’ e consegnata alla Salernitana soprattutto da decisioni arbitrali assurde, Maurizio Sarri, a Baku, ha appena sollevato la coppa dei vincitori dell’Europa League: il suo Chelsea schianta l’Arsenal in finale, 4-1 costruito in una ripresa che è un monologo trionfale, sul palco delle premiazioni è felice come un bambino e ha tutte le ragioni per esserlo. In quel trofeo c’è anche un po’ di Alessandria, che Sarri porta sempre nel cuore: forse, fra poche ore, tornerà in Italia a guidare la Juventus, lui che ha sempre confessato di essere privilegiato “perché mi pagano per fare quello che avrei fatto anche gratis, la sera, finito il lavoro”. Per una notte, però, è solo festa. Alza la Coppa, Maurizio Sarri, alzala, perché la meriti. E perché, dentro, c’è anche un po’ di Grigio