Home
Rapine in villa, quattro arresti: “erano organizzati, armati e spietati”
Quattro arresti a Casale da parte dei Carabinieri: l'operazione denominata Ice Eyes. Avevano messo a segno una serie di rapine in villa. Agivano armati e si muovevano come una organizzazione criminale. Una delle basi logistiche era a Cassano Spinola
Quattro arresti a Casale da parte dei Carabinieri: l'operazione denominata Ice Eyes. Avevano messo a segno una serie di rapine in villa. Agivano armati e si muovevano come una organizzazione criminale. Una delle basi logistiche era a Cassano Spinola
CRONACA – Si chiama Ice Eyes, occhi di ghiaccio, l’operazione condotta dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile e dalla compagnia di Casale che ha portato all’arresto di quattro cittadini albanesi, residenti tra Legnano (Milano) e Tortona.
“Di ghiaccio” sono infatti gli occhi di quello che è considerato il capo della banda, un uomo considerato “spietato” e che girava armato.
“Di ghiaccio” sono infatti gli occhi di quello che è considerato il capo della banda, un uomo considerato “spietato” e che girava armato.
Sono stati fermati nella notte a Casale, in corso Volturno, ma erano mesi che i carabinieri ne studiavano gli spostamenti. Ieri notte erano partiti da una delle loro basi, quella di Cassano Spinola, in via Villalvernia, in una grande villa disabitata, e si sono diretti verso Casale. I carabinieri sono intervenuti prima che potessero mettere a segno un altro colpo e fuggire, probabilmente, all’estero.
I quattro avevano percepito di essere sotto osservazione: i carabinieri erano infatti riusciti a sventare le ultime rapine, presidiando le ville che stavano per colpire.
Si tratta di Augustin Pjetergjokaj, 24 anni, residente a Legnano; Kristjan Keci, 28 anni, domiciliato a Legnano; Cesk Thani, 32 anni residente a Legnano, il “capo” con gli occhi di ghiaccio; Kristjan Mehilli Mika, 25 anni residente a Tortona. Tutti hanno precedenti di polizia.
Sono ritenuti i responsabili della rapina avvenuta a Cella Monte, lo scorso 29 novembre. Avevano agito al mattino, con volto coperto da passamontagna, uno era armato di pistola. Avevano costretto il proprietario dell’abitazione e titolare di un’azienda vitivinicola e tre suoi ospiti a rientrare in casa, minacciandoli, si erano fatti aprire la cassaforte dove hanno preso circa 10 mila euro in contanti, orologi e oggetti preziosi. Poi si erano dati alla fuga, sottraendo anche un fuoristrada di uno degli ospiti. Da Cella Monte sono quindi partite le indagini per arrivare ad identificare i componenti della banda che, probabilmente, si avvaleva di “basisti” in zona.
Il modus operandi, nella rapina dell’alessandrino e nelle altre, era più o meno il medesimo: si appostavano per giorni per studiare le mosse della vittima ed intervenivano andando a colpo sicuro.
La svolta nelle indagini è arrivata il 14 aprile scorso, quando nel corso di un servizio mirato al pedinamento, sono stati intercettati in provincia di Cuneo. Sono stati fermati ed identificati ma, per motivi investigativi, non sono stati fermati in quella occasione. Il fermo è avvenuto, invece, ieri notte a Casale.
Alla banda sono attribuite diverse rapine: a Cella Monte, a Trescore Balneario, in provincia di Bergamo, tre tentate rapine tra Milano e Brescia, ad Erbusco, dove avevano malmenato anche una badante dell’anziana coppia. Un’altra badante era riuscita poi ad attivare l’allarme e i quattro si erano dati alla fuga.
Le indagini proseguono per individuare eventuali complici dai quali ottenevano informazioni o assistenza logistica. Nel corso dei controlli, infatti, è stato individuato un soggetto che risulta intestatario di circa 300 autovetture che potrebbero essere utilizzate per effettuare furti o rapine.
I quattro sono indiziati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine in abitazione, detenzione e porto illegale di armi ed oggetti atti ad offendere ed allo scasso, ricettazione, lesioni personali aggravate. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della repubblica del tribunale di Vercelli Davide Pretti.
(nella foto a destra: il comandante della compagnia di Casale capitano Christian Tapparo, il comandante provinciale colonnello Michele Lorusso, il comandate del nucleo operativo sottotenente Salvatore Puglisi)
I quattro avevano percepito di essere sotto osservazione: i carabinieri erano infatti riusciti a sventare le ultime rapine, presidiando le ville che stavano per colpire.
Si tratta di Augustin Pjetergjokaj, 24 anni, residente a Legnano; Kristjan Keci, 28 anni, domiciliato a Legnano; Cesk Thani, 32 anni residente a Legnano, il “capo” con gli occhi di ghiaccio; Kristjan Mehilli Mika, 25 anni residente a Tortona. Tutti hanno precedenti di polizia.
Sono ritenuti i responsabili della rapina avvenuta a Cella Monte, lo scorso 29 novembre. Avevano agito al mattino, con volto coperto da passamontagna, uno era armato di pistola. Avevano costretto il proprietario dell’abitazione e titolare di un’azienda vitivinicola e tre suoi ospiti a rientrare in casa, minacciandoli, si erano fatti aprire la cassaforte dove hanno preso circa 10 mila euro in contanti, orologi e oggetti preziosi. Poi si erano dati alla fuga, sottraendo anche un fuoristrada di uno degli ospiti. Da Cella Monte sono quindi partite le indagini per arrivare ad identificare i componenti della banda che, probabilmente, si avvaleva di “basisti” in zona.
Il modus operandi, nella rapina dell’alessandrino e nelle altre, era più o meno il medesimo: si appostavano per giorni per studiare le mosse della vittima ed intervenivano andando a colpo sicuro.
La svolta nelle indagini è arrivata il 14 aprile scorso, quando nel corso di un servizio mirato al pedinamento, sono stati intercettati in provincia di Cuneo. Sono stati fermati ed identificati ma, per motivi investigativi, non sono stati fermati in quella occasione. Il fermo è avvenuto, invece, ieri notte a Casale.
Alla banda sono attribuite diverse rapine: a Cella Monte, a Trescore Balneario, in provincia di Bergamo, tre tentate rapine tra Milano e Brescia, ad Erbusco, dove avevano malmenato anche una badante dell’anziana coppia. Un’altra badante era riuscita poi ad attivare l’allarme e i quattro si erano dati alla fuga.
Le indagini proseguono per individuare eventuali complici dai quali ottenevano informazioni o assistenza logistica. Nel corso dei controlli, infatti, è stato individuato un soggetto che risulta intestatario di circa 300 autovetture che potrebbero essere utilizzate per effettuare furti o rapine.
I quattro sono indiziati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine in abitazione, detenzione e porto illegale di armi ed oggetti atti ad offendere ed allo scasso, ricettazione, lesioni personali aggravate. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della repubblica del tribunale di Vercelli Davide Pretti.
(nella foto a destra: il comandante della compagnia di Casale capitano Christian Tapparo, il comandante provinciale colonnello Michele Lorusso, il comandate del nucleo operativo sottotenente Salvatore Puglisi)