Consiglio comunale ‘fiume’, c’è l’ok al Bilancio
Il sindaco: "Questo può essere l'anno zero". Sì a una indagine sugli ultimi sette esercizi
Il sindaco: "Questo può essere l'anno zero". Sì a una indagine sugli ultimi sette esercizi
E’ stato necessario, come previsto, un consiglio comunale ‘fiume’, termine a mezzanotte passata, per il via libera al Bilancio di Previsione 2019-2021 (e al Documento unico di Programmazione) del Comune di Alessandria. Con tanto di mozione presentata dal presidente del consiglio comunale, Emanuele Locci (Alessandria Migliore), e approvata con il benestare del sindaco e della maggioranza, per avviare entro quattro mesi una ispezione di finanza pubblica per una indagine sulla regolarità della gestione amministrativa e contabile degli ultimi sette esercizi.
“Questo può essere considerato l’anno zero – l’analisi del sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco – Si è tagliato ed è ovvio che i tagli fanno discutere. Non sta a me gettare la croce addosso a qualcuno, ma quello che abbiamo affrontato è un gran pasticcio. Non mi interessa da dove arrivano i 46 milioni, ma ce li troviamo sul groppone. Avremmo potuto dichiarare il dissesto, invece ci siamo fatti carico della situazione. Da parte mia non c’è nessuna accusa nei confronti di nessuno, ma questa situazione riguarda un problema emerso nella precedente amministrazione. Non è tempo di caccia alle streghe, ma nessuno getti discredito sul presente. Vogliamo accettare insieme questa scommessa e ripartire da zero?”.
La risposta, nelle parole dell’ex primo cittadino, Rita Rossa (Pd): “Siamo pronti a guardare avanti: Cuttica resta il mio sindaco, ma non ci si può cambiare la giacchetta. Quando al comizio di piazza Marconi con Matteo Salvini ha parlato di ‘polvere nascosta sotto il tappeto’, ha detto una cosa pesante. Anche perché gli stessi Revisori dei Conti hanno detto l’esatto contrario: non c’era nulla di nascosto, era già tutto scritto”.
Per il M5S, l’intervento di Michelangelo Serra: “Stiamo affrontando una operazione che doveva essere fatta nel 2017. Non a caso, prima delle elezioni ci spaventammo tantissimo di questi 46 milioni e preparammo un documento da inviare alla Corte dei Conti per chiedere chiarimenti su cosa avremmo dovuto fare, qualora avessimo vinto. Era chiaro che non si poteva far finta di nulla“.