“Questa squadra non è in grado di fare il salto di qualità”
“Questa squadra ha dificoltà a diventare grande: quando deve fare il salto di qualità lo fallisce”. Dure che Alberto Colombo è arrabbiato è ancora poco. Già in campo urla, quasi sempre inascoltato, tentativi per scuotere la squadra con cambi di uomini e di moduli ne fa, ma con effetto nullo. Come se l’Alessandria non volesse almeno tentare di sfruttare l’opportunità che si è creata vincendo il derby. Il tecnico non le manda a dire. “Se si interpreta così una partita, avremmo, comunque poche speranze anche se il distacco dalla decima fosse di due punti. La prestazione non è stata per niente sufficiente. Le ‘alternative’ della Pro Patria (almeno metà dei titolari in panchina, ndr) ci hanno messo in difficoltà. Sempre, soprattutto in una gara di questo peso, si può giocare bene o male, ma per l’impatto bisogna essere almeno come loro, reattivi sui palloni, e invece siamo sempre arrivati secondi. Sembrava che la Pro Patria avesse più motivazioni di noi ed è questo che mi fa incazzare”. Nella corso della squadra tre moduli diversi: Colombo sceglie il 3-5-2 iniziale, dopo meno di venti minuti ripropone il trequartista, con l’ingresso in campo di Sartore passa al 4-4-2, solo apparentemente più efficace. “Il problema è che quando si cammina in campo, invece di correre, qualsiasi modulo è difficile da interpretare. Ed è questo che mi dà più fastidio, come l’Alessandria ha interpretato la partita. Il risultato avrebbe potuto essere questo comunque, ma giocando come abbiamo fatto significa che non abbiamo nemmeno provato a girare il risultato dalla nostra parte e ad accociare sulla decima. Insisto, non è ammissibile interpretare in questo modo una partita che può far fare il salto di qualità, Evidentemente perché questa squadra non ha la caacità di fare il salto di qualità quando deve”. I motivi? “Ci ragionerà, a caldo dico che ci si aspettava, tutti, una veemenza diversa”. La squadra ha bittato via, malamente, una opportunità che solo cinque giorni prima si era creata: come si lavora in questi ultimi 15 giorni? “Almeno essere professionali fino alla fine, vedere un altro atteggiamento rispetto a quello contro la Pro Patria: un atteggiamento remissivo e non propositivo. Non ci siamo svegliati neppure quando ci hanno dato gi schiaffi. Almeno, adesso, cerchiamo di portare a termine in modo degno la stagione”. Questa mattina in campo, e Colombo non le manderà certo a dire neppure ai giocatori. Da lunedì di nuovo in campo, “Due giorni di pausa credo che siano più che sufficienti. C’è bisogno di lavorare? Non fatemi parlare”. Almeno un po’ di cultura del lavoro, visto che i contenuti, tecnici e atletici, sono da mediocrità assoluta.