”Mogol racconta Mogol”: cinquant’anni di emozioni sul palco del Geirino
Per il secondo appuntamento di "Ovada, artisti docg" è in programma lo spettacolo Mogol racconta Mogol, una versione riveduta e ampliata di quanto già andato in scena lo scorso anno alla città della musica di Roma
Per il secondo appuntamento di "Ovada, artisti docg" è in programma lo spettacolo ?Mogol racconta Mogol?, una versione riveduta e ampliata di quanto già andato in scena lo scorso anno alla città della musica di Roma
OVADA – E’ il più grande paroliere della musica italiana e da qualche mese è tornato alla ribalta per le celebrazioni per il 50° anniversario della pubblicazione di “Lucio Battisti”, l’album che segnò la data del binomio artistico che ha segnato un’epoca. Stiamo parlando di Mogol, l’ospite atteso per il secondo appuntamento di “Ovada, artisti docg”, la rassegna di tre spettacoli ideati dalla Servizi Sportivi per il palazzetto del Geirino. A partire dalle ore 21.00 di domani sera, sabato 23 marzo, è in programma “Mogol racconta Mogol”, una versione riveduta e ampliata di quanto già andato in scena lo scorso anno alla città della musica di Roma. “I miei testi – ha raccontato di recente Giulio Rapetti a “Che tempo che fa” (credito fotografico Rai Play), la trasmissione condotta su Rai1 da Fabio Fazio – nascono dopo che ho ascoltato la musica. Ho bisogno di ascoltarla per trovare la frase perfetta in quel contesto. A quel punto ricostruisco il testo partendo dalla vita reale. E’ una scelta precisa, quella di non avere inventiva. Le vite delle persone comuni hanno un valore molto più alto”. Sempre di fronte alle telecamere della Rai, Rapetti ha fatto cenno al legame con la zona dell’Ovadese, in particolare Silvano d’Orba. “Avevo scritto una parte di un brano a casa. Poi mi sono messo in macchina per venire a Ovada. Ho completato quel lavoro mentre guidavo, un lavoro di due ore e mezza. Alla fine mi scoppiava il cervello”. Quel brano era “Emozioni”, poi inserito nel dicembre del 1970 nel secondo doppio album dell’artista. Tradisce un’origine silvanese anche “Eppur mi son scordato di te”. “I miei parenti – ha spiegato lo stesso Rapetti in più di un’intervista – facevano un gran parlare di verde rame. Per questo tutto è nato da un errore. I capelli dovevano chiaramente essere rosso rame”. Disponibile ancora qualche biglietto. Per informazioni: 0143.83.56.54.