Tobia Rossi, artista poliedrico: ”Le mie storie da natura e vita”
L'artista ovadese è uno dei più giovani ed interessanti autori, drammaturghi e sceneggiatori contemporanei. Un suo testo è stato da poco premiato a New York e sta lavorando ad un cortometraggio legato al lancio del Dolcetto di Ovada
L'artista ovadese è uno dei più giovani ed interessanti autori, drammaturghi e sceneggiatori contemporanei. Un suo testo è stato da poco premiato a New York e sta lavorando ad un cortometraggio legato al lancio del Dolcetto di Ovada
OVADA – Il suo ultimo testo, “Nascondino”, è stato insignito del Mario Fratti Award. Il che significa che sarà tradotto in inglese col titolo “Hide and seek” e presentato a New York City durante il festival “InScena! Italian Theatre Festival”.
Già diversi anni fa in libreria preferiva Shakespeare alle classiche avventure per ragazzi. L’immediato presentimento di trovare, incontrando Tobia Rossi, qualcuno che avrebbe fatto strada nel mondo del teatro si è confermato. Oggi, a 33 anni, è uno dei più giovani ed interessanti autori, drammaturghi e sceneggiatori contemporanei. Eclettico e pioniere di nuove forme di comunicazione teatrale, sta producendo un lavoro dopo l’altro, senza sbagliare un colpo. Dal tema della resistenza partigiana (“Testastorta” tratto dal libro di Nava Semel e ancora in tournée) ad una lettura dissacrante del cinico mondo della televisione (“Freddy Aggiustatutto”) arrivando fino alla tematica gay con il suo ultimo lavoro “Smack il musical, bacia chi ti pare” che debutterà il 28 marzo al Teatro Leonardo di Milano. “Mi piace sperimentare con i vari generi del teatro – spiega Tobia – dal più commerciale e popolare a storie più intime, più personali. Sono così passato dal dramma alla commedia, dall’opera lirica al musical, dal documentario al cabaret”.
Interessante è il rapporto che Tobia ha con il territorio ovadese: sono molte le storie qui ambientate, in modo più o meno dichiarato: “Ad esempio – continua Tobia – la mia prima commedia, uscita nel 2012, “Portami in un posto carino” oppure “La cosa brutta” del 2016. Quando sono chiamato a raccontare storie più piccole cerco di ambientarle nelle nostre zone, pur vivendo a Milano da diversi anni: qui c’è la mia memoria affettiva e questo è un territorio che conosco molto bene, ne conosco i meccanismi, le regole, le qualità e le atmosfere. La natura e la vita di provincia sono per me un grande stimolo creativo”. Promotore dei corsi teatrali con la scuola di Silvano d’Orba già da molti anni, attualmente sta lavorando ad un cortometraggio legato al lancio del Dolcetto di Ovada: “Il progetto non è uno spot pubblicitario, ma una ministoria che racconterà questa nostra grande risorsa. Sono ovviamente contentissimo di questa proposta perché rappresenta per me l’ennesimo modo per tornare a riflettere su questa zona e passare qui un po’ del mio tempo”. Il cortometraggio, elaborato con la Confesercenti e convenzionato dalla Regione Piemonte, sarà realizzato nei prossimi mesi.