Il successore? Petrone, Atzori, Lerda, Dionigi, Colombo in corsa
Quando entra in sala stampa, Luca Di Masi ha già deciso. Non annuncia l’esonero platealmente, “voglio parlare con il tecnico per capire le ragioni di questo scempio”, ma il ritorno del presidente tre mesi dopo l’ultima conferenza significa molto. Soprattutto che sulla storia in grigio di Gaetano D’Agostino i titoli di coda sono già passati e c’è da trovare in fretta un nuovo ‘regista’. “Mi prendo tutte le responsabilità. Mi confronterò con l’allenatore. Se sto pensando all’esonero? La risposta è nella domanda stessa”. Di Masi pallido, Di Masi deluso, Di Masi arrabbiato. “Non parliamo di progetto. Di giovani o vecchi. Non mi sembra di aver visto molti giovani in campo oggi. Purtroppo. Ho la certezza assoluta che la squadra non è quella che abbiamo visto oggi: la squadra non è scarsa, non credo che abbiamo costruito un organico che fa prestazioni come quella di oggi”. Una delusione covata dentro ed esplosa dopo questa ignobile sconfitta. “Già il secondo tempo contro l’Olbia era stato pessimo, anche se ci poteva essere la parziale giustificazione di aver giocato in 10 contro 11. Oggi la partita non c’è stata, non abbiamo fatto un tiro in porta. L’Arzachena è stata più pericolosa in qualche occasione. Noi no, mai. Mi assumo tutte le responsabilità. Ci tireremo fuori da questa situazione mettendo in campo tutte le caratteristiche che servono, da adesso in poi. E lo faremo con questa squadra, che deve dimostrare di non essere quella che ha fato la prestazione di oggi. Inguardabile è il minimo che posso dire, ma resto convinto – insiste Di Masi – che i ragazzi non sono questi, hanno qualità: in questa stagione le hanno mostrate solo a sprazzi, ma le hanno. In questa gara siamo stati indecenti e, lo ribadisco, le colpe me le prendo io”. Che l’idea dell’esonero fosse già nella testa di Di Masi si capisce da una frase. “Questa settimana, con le due sarde, era troppo importante per giocare una partita e mezza come abbiamo fatto. Malissimo. Mi hanno ricordato gare del passato troppo brutte, quelle degli ultimi tre mesi del primo anno, ma quella squadra non era mia, non l’avevo costruita io. Oggi è stato uno scempio: nessuna idea, undici giocatori che seguono la palla, senza andare da nessuna parte”.
ADESSO IL SUCCESSORE
La scelta del successore di D’Agostino deve essere rapida, perché sabato c’è già la partita con il Gozzano, a Vercelli. I candidati sono molti, mercoledì con l’Olbia era al Moccagatta Mario Beretta, ma è tesserato per il Milan e lavora nel settore giovanile rossonero. Mario Petrone era già stato sondato nelle passate stagioni, senza trovare una intesa. Come sono in attesa di una panchina Alberto Colombo, ex Reggiana, Giancarlo Riolfo, lo scorso anno alla Vis Pesaro, Gianluca Atzori, Davide Dionigi e Franco Lerda. Ore di colloqui, di confronti, di decisioni da prendere in fretta. Perché c’è una stagione da salvare e nelle condizioni attuali è obiettivo molto preoccupante