‘Non mi dimetto, non lascio i ragazzi. Non sono un vigliacco’
Gaetano D’Agostino non si dimette. Glielo hanno urlato, dagli spalti. Il tecnico ha sentito, ma non lo farà. “Io non abbandono i ragazzi, perché questo significherebbe dimettersi. Io ho tanta voglia di fare bene in Alessandria. In questo momento dimettersi è da vigliacchi: questo non mi appartiene. Si può uscire rafforzati anche dagli insulti e il voglio dimostrare il mio valore, umano e professionale Insieme ai ragazzi”. C’è confusione, anche tattica, nella testa di D’Agostino, ma non è tipo da fare un passo indietro. E lo dice, e la sua non è una scelta egoistica, di strenua difesa della posizione
E’ convinto che solo l’Alessandria ha avuto le occasioni per provare a vincere – “non ricordo un solo intervento degno di nota di Cucchietti”, anche se il suo collega Filippi la pensa diversamente – e il primo episodio è quello più discusso. Che, certo, avrebbe potuto indirizzare la gara diversamente, “il rigore su Santini è netto”, ma se l’arbitro non lo concede, bisogna avere la capacità di trovare soluzioni altre per ottenere l’obiettivo. “De Luca ha avuto la possibilità di segnare e ha preso la traversa. In dieci, nel secondo tempo, le due occasioni per segnare, anche se su calcio piazzato, le abbiamo avute noi”.
METRI DIVERSI
La chiave di volta della vigilia, il carattere, non si è visto. “Evidentemente, se non si è vinto, qualcosa è mancato. Però, anche in dieci, i ragazzi hanno provato a vincere. Non è facile, il rischio è di andare sotto”. I cambi non hanno convinto. “Sartore l’ho inserito per attaccare gli spazi. Delvino? Perché ho visto De Luca stanco e ho provato a modificare ancora qualcosa. Ho cercato una alternativa, perché in dieci si poteva rischiare di andare alla deriva e, magari, di perdere”. I cori li ha sentiti. “L’ho detto anche martedì: io mi sento sempre in discussione. E, soprattutto rispetto il pubblico, nel bene e nel male, se applaude e se fischia. Non posso recriminare su un pensiero o sul malcontento dei tifo”. Una gara condizionata anche dal rosso a Zogkos. “Non stavo guardando, perché seguivo la difesa che stava scappando. Di certo il ragazzo non voleva fare male all’avversario. Stava giocando anche una buone gara, nei duelli aerei con Ogunseye. Il rosso ci può anche stare, ma c’è un contrasto netto con l’episoDio del rigore: se l’arbitro ha deciso di espellere Zogkos, mi deve spiegare come ha fatto a non fischiare il penalty su Santini , che è nettissimo, e lo ha anche ammonito. Aggiungo: in dieci giornate questo arbitro non ha mai concesso un rigore. Lo dico come dato aggiuntivo”. Neppure la sorte aiuta l’Alessandria: la traversa di De Luca è emblematica. “Una bella azione, che, di solito, sfocia in un gol, ma dobbiamo essere bravi anche a superare questi episodi”. Santini, rigore negato a parte, non ha brillato. La condizione latita? “Era al rentro dopo un mese, che giocasse un tempo solo era previsto”. Anche se Coralli, nella ripresa, non ha fatto meglio. E anche questo è un problema, e pure serio