Stipendi non pagati: il cimitero resta al palo
Il cantiere della ditta Edil Color Service di Pavia, è andato avanti per mesi, accumulando ritardi, tanto che alla data dell8 dicembre 2017, quando si sarebbe dovuto chiudere, si era ancora in alto mare
Il cantiere della ditta Edil Color Service di Pavia, è andato avanti per mesi, accumulando ritardi, tanto che alla data dell?8 dicembre 2017, quando si sarebbe dovuto chiudere, si era ancora in alto mare
OVADA – E’ rimasto “congelato”per mesi, in attesa che lo stato di impasse potesse in qualche modo sbloccarsi, il progetto di ampliamento (250 loculi nuovi) del cimitero di Ovada. È l’operaio Sandro Fertino, di Silvano, affiancato nella battaglia dal sindacato Cisl, a parlare della vicenda, reclamando oltre 7 mila euro di stipendi dall’impresa Edil Color Service di Pavia. “Il cantiere è partito a maggio del 2017 – spiega -. L’azienda ha assunto tre persone, due subito, tra cui me, e la terza in un secondo momento. Mi è stato fatto un contratto full time per tutta la durata del cantiere, che avrebbe dovuto chiudersi l’8 dicembre 2017. Ma lo stipendio non è mai stato regolare, i problemi ci sono stati praticamente da subito. Alla fine, sono stati saldati solo maggio, giugno, luglio e parte di agosto. Del resto non ho più visto niente». Il cantiere, intanto, andava avanti, accumulando ritardi, tanto che alla data dell’8 dicembre 2017, quando si sarebbe dovuto chiudere, si era ancora in alto mare.
«A quel punto ci siamo fermati per Natale ma il cantiere non è più ripartito – prosegue l’operaio -. Ci sono stati due mesi di cassa integrazione, tra l’altro mai percepita, poi più nulla. Degli stipendi, neanche l’ombra». Ad aprile 2018, la Cisl ha scritto sia alla ditta che al Comune, rivendicato i salari del lavoratore, per più di 7 mila euro: il saldo di agosto 2017, poi i restanti mesi dell’anno e quelli del 2018, dal gennaio a marzo. «E dire che ci siamo accollati tutto noi, perfino le spese di vestiario. Se non ci fosse stata mia moglie, in questi mesi…» dice l’uomo. Ma il dito è puntato anche contro il Comune, a cui il sindacato si è rivolto, insieme all’azienda, perché paghi in solido quanto non percepito dall’operaio (che il 3 ottobre scorso s’è licenziato ma non è ancora stato “liberato” dall’azienda, «così che mi ritrovo a non percepire neanche la “disoccupazione”». «È la cosa che mi amareggia di più – dice Fertino -: il disinteresse del Comune di fronte a questa vicenda». Ma il sindaco Paolo Lantero, chiamato in causa, risponde che da Palazzo Delfino l’attenzione c’è stata eccome: «Se ne occupa da mesi l’ufficio tecnico, è un problema anche per noi, ma siamo di fronte a una situazione complessa, che non coinvolge solo gli operai ma anche i professionisti che hanno lavorato ai progetti. Siamo disposti a subentrare per quanto riguarda il pagamento ma dobbiamo rispettare il Codice degli appalti: possiamo pagare solo quanto davvero lavorato, non i tempi morti. Ma con l’azienda assente, è dura fare calcoli. Al lavoratore in questione era stato proposto un versamento di 5.600 euro ma non si è trovato l’accordo. In ogni caso, ora, stiamo lavorando alla rescissione del contratto con l’impresa».