Pernigotti: firmata la ‘cassa’, a Muliere negata la parola
L’azienda ha ottenuto quello che voleva, inutili 90 giorni di sciopero
L?azienda ha ottenuto quello che voleva, inutili 90 giorni di sciopero
L’estenuante resistenza dei lavoratori della Pernigotti per salvare il marchio dell’azienda, lo stabilimento di Novi Ligure e il loro posto, si è conclusa poco fa con la resa e la firma della cassa integrazione speciale per 92 dipendenti che partirà da domani, mercoledì 6 febbraio, e avrà durata di un anno.
Profonda la loro delusione. C’è chi si sente abbandonato: “Con oggi si conclude lo sciopero – ha detto Piero Frescucci della rsu dello stabilimento – vedremo cosa succederà nei prossimi giorni”.
Perché, vi hanno prospettato qualcosa? “In questa vicenda abbiamo imparato che c’è da aspettarsi di tutto”.
Deluso anche il sindaco Rocchino Muliere: “Ci hanno detto che sono circa che sono circa trenta le aziende che hanno manifestato interesse a verificare la situazione, delle quali tre hanno già effettuato un sopralluogo e altre lo faranno entro il 15 febbraio. Tra gli obiettivi ci sarebbe quello di cercare di riassumere tra i 30 e i 50 dipendenti, cosa che ha destato insoddisfazione sia da parte nostra che da parte dei sindacati”.
Al primo cittadino non è stato nemmeno permesso di intervenire alla riunione: “Credo sia un comportamento irrispettoso nei confronti di un sindaco presente in veste di tutta la comunità. In ogni caso – conclude Muliere – auspichiamo che il Ministro dello Sviluppo economico possa svolgere nella maniera che gli compete e con esito positivo una trattativa delicata come questa”.
Che dietro la vicenda Pernigotti ci sia una concorrenza politica spietata lo si era intuito da mesi, ma la speranza dei lavoratori e dei novesi era quella che potesse produrre risultati positivi: invece niente e, da una vertenza protrattasi per 90 giorni, alla fine ha prevalso la linea dell’azienda, che poco fa ha diramato un comunicato che contiene toni di soddisfazione: “Nell’incontro odierno è stato ribadito nuovamente l’impegno a limitare quanto più possibile l’impatto sociale e a ricercare concrete possibilità di re-industrializzazione del sito di Novi Ligure attraverso il supporto dell’advisor Sernet, nominato lo scorso dicembre. Sarà cura di Pernigotti comunicare tempestivamente eventuali accordi di re-industrializzazione cercando di evitare il proliferare di inutili speculazioni – come avvenuto nei mesi scorsi – per non alimentare false aspettative, prive di concreti fondamenti”.
La proprietà ha, inoltre, confermato la volontà di continuare a produrre, distribuire e commercializzare i propri prodotti dolciari attraverso accordi di terziarizzazione in Italia. A tal proposito, “ha già affidato a partner attivi sul territorio nazionale la produzione di alcune linee di prodotto, salvaguardando – sostiene – la qualità e l’attenzione per le materie prime che da sempre caratterizzano l’offerta Pernigotti”. È quello che avevano annunciato di voler fare il 6 novembre scorso.