Cadavere nel campo: summit in Procura
L'autopsia, eseguita in giornata, dovrà chiarire le cause del decesso di Massimo Garitta
L'autopsia, eseguita in giornata, dovrà chiarire le cause del decesso di Massimo Garitta
Summit in Procura questa mattina tra le forze dell’ordine che stanno indagando sulla morte di Massimo Garitta, aveva 53 anni, e abitava ad Ovada, e il procuratore capo, dottor Enrico Cieri, e il sostituto procuratore Eleonora Guerra. Bisogna scandagliare il ventaglio di ipotesi che dovrà restringersi per arrivare alla soluzione del caso. Sarà l’esame autoptico eseguito in giornata, affidato al medico legale Pier Domenico Governa, a chiarire perché è morto il 53enne. La risposta a quel quesito (insieme ad altri elementi oggettivi) è determinante per capire cosa sia accaduto a Garitta nelle ore immediatamente precedenti la morte. I segni da schiacciamento presenti sul corpo sono successivi alla morte? Garitta è morto per altre ragioni e poi è stato portato in quel campo lungo la strada 456 del Turchino e volontariamente investito? Lui era in quel campo insieme ad altri e prima, o dopo la morte, è stato travolto? E’ stato investito accidentalmente o intenzionalmente? Sono tutte domande a cui gli inquirenti dovranno dare una risposta.
In queste ore i carabinieri stanno ascoltando le persone che gravitavano attorno alla vita di Massimo Garitta. L’uomo, con problemi di tossicodipendenza, viveva a Ovada da molti anni, in un alloggio delle case popolari. Era seguito dal servizio di igiene mentale dell’Asl, qualche volta anche dalla Caritas. Sicuramente una situazione conosciuta e monitorata anche dal sindaco di Ovada, Paolo Lantero. Un uomo dal profilo complesso Massimo Garitta, con difficoltà tenute sotto osservazione anche dai servizi assistenziali.
L’uomo e’ stato trovato privo di vita martedì 1° gennaio, vero le 13, in un campo sulla strada 456 del Turchino, in territorio di Ovada. Ad accorgersi di quel corpo riverso a terra e’ stato il passeggero di un treno in transito. Immediata la telefonata ai carabinieri. Sul posto sono intervenuti i militari di Ovada, i colleghi di Acqui, diretti dal capitano Ferdinando Angeletti, la Scientifica del Comando Provinciale e i militari del nucleo investigativo. Con loro anche il magistrato e il medico legale.