‘Mai avuto la rosa al completo. Troppe mancanze’
I regali. Tanti, troppi. E le carenze della rosa: per infortuni, squalifiche e limiti tecnici. “Sconfitta amara”, per Gaetano D’Agostino. Anche per il pubblico che, dopo la vittoria sull’Albissola, ha provato a dare fiducia ai Grigi, paganti raddoppiati rispetto alle ultime gare. Più che analizzare se, e quanto, la sconfitta dell’Alessandria è meritata, e quanto la vittoria della Juventus Under 23 è legittima, c’è capire perché una squadra, i Grigi, è rimasta ferma e, anzi, ha fatto involuzioni preoccupanti, e l’altra, i bianconeri B, è cambiata in meglio. “Le occasioni per pareggiare le abbiamo avute. Anche in questa gara avevamo assenze, che condizionano il modulo. Anche per una sostituzione, devo cambiare atteggiamento tattico”. Vero, ma i tre ingressi a metà della ripresa non hanno sortito effetto alcuno. Anzi. “In attacco ho preferito Rocco, che è un esterno, a Talamo per aggiungere imprevedibilità e l’occasione migliore per pareggiare l’ha avuta lui. Checchin ha ancora con un minutaggio limitato, anche se è cresciuto: i 90 minuti non li ha ancora, l’unica scelta era riportare Bellazzini a centrocampo”. Spiegazioni che evidenziano il vero problema. “Poche alternative”: è la prima volta che il tecnico lo ammette così apertamente. “In tutto il girone di andata non ho mai avuto la rosa a disposizione, ho sempre avuto qualche mancanza”. Che il mercato deve colmare. “La società si sta muovendo. Non semplicemente per aggiungere, ma per migliorare”.
MERCATO PER IL FUTURO
“Ancora una volta i ragazzi hanno dimostrato capacità di adattarsi anche a ruoli diversi. C’è chi, come Gazzi, è alla terza gara in una settimana. Quando dico che è uno da ammirare ho i miei motivi: perché lo vedo tutti i giorni. Abbiamo ritrovato Panizzi, speriamo, con la sosta, di tornare presto al completo. Sicuramente Tentoni (fermo precauzionalmente, ndr) sarà già in gruppo il 7, alla ripresa”. Checchin? “Luca può darci una grande mano”. Anche se in alcune occasioni i compagni non l’hanno capito. “Vero, giocate di prima su cui dovremo insistere, quando sarà a disposizione al 100 per cento: quello del primo tempo non permette al reparto offensivo avversario di scappare e rimediare. E’ anche vero che l’attaccante deve aspettarsi una palla del genere e deve seguirla. Se, però, la punta parte dopo che il pallone è partito, il difensore è avvantaggiato nella lettura e nella chiusura”. Il pareggio ci poteva stare? “Due occasioni limpide le abbiamo avute, con Santini e con Rocco. Dal 7 ripartiamo e speriamo, quando avremo tre gare in una settimana, già a febbraio, di avere qualche cambio in più per far rifiatare chi non si ferma quasi mai, come Gazzi e, anche, come Bellazzini. Servirà, finalmente, la rosa al completo”. Possibilmente anche modificata. “La società si sta già muovendo. Se arriverà qualcuno, lo ribadisco, sarà per aiutarci a migliorare e non per fare numero. E per avere elementi validi anche per la prossima stagione, per non essere obbligati a rifare la rosa, ma già con una ossatura su cui poi intervenire”. E’ la prima volta che D’Agostino entra così nel merito del gruppo che ha e di cosa potrà e dovrà accadere. “Le difficoltà di quest’anno le conoscete tutti. C’è stato un cambio di programma: sono andati via in tanti e tanti sono arrivati. C’è da creare tutto, anche il senso di appartenenza: ecco perché gli eventuali innesti devono essere fatti anche in prospettiva del prossimo campionato e non solo per aggiungere giocatori in prestito che a luglio non avremo più”. Indicazioni chiare, ma è fuori discussione che l’urgenza, adesso, è la priorità: tenere la categoria un obbligo, cercare elementi che aiutino a raggiungere l’obiettivo un imperativo”.
IL PESO DELLE ASSENZE
Hanno pesato più le doppie squalifiche di Prestia e Gatto o le assenze? Sicuramente la somma delle due situazioni, aggiunta ai limiti, quantitativo e qualitativo, della rosa. “Anche i diversi criteri di valutazione. Sapete che non giudico mai gli arbitri, ma alla fine dell’anno mi sento di farlo: oggi il primo fischio dopo 14 interventi fallosi dei nostri avversari. C’è un eccesso di giudizio, all’interno di una gara o nel comminare le squalifiche. Non ha senso tirare fuori un cartellino solo al 20′ della ripresa e solo perché il nostro pubblico inveiva e, quindi, l’arbitro ha ammonito neppure per convinzione, ma per routine. Oggi la direzione di gara non mi è piaciuta: serve più personalità e non solo la voglia di mettersi in mostra, magari per prendersi l’applauso”. Arbitraggio non all’altezza, ma gol regalato. “A squadre schierate. Non ricordo altre opportunità per la Juve, se non una conclusione alla mezzora della ripresa. Pensiamo a noi, a migliorare, a correggere, a rimediare ai limiti, per essere pronti il 20 con il Pro Piacena (che, però, neppure a Siena si è presentato, ndr) o con la Pro Vercelli, il 23”