‘Juve ora è squadra da C, ma noi dobbiamo chiudere bene il 2018’
La nuova Alessandria ritrova Eric Panizzi. La ‘nuova’ Alessandria è quella che, per Gaetano D’Agostino, ha giocato dal momento dell’espulsione di Gatto, al 17′ della ripresa contro il Pontedera. “Io parto da lì, da quell’episodio e dalla reazione che c’è stata in un momento particolare, e delicato, della gara. Dobbiamo dare seguito alla mentalità e alla voglia che abbiamo espresso dopo l’espulsione di Gatto. La reazione, la determinazione di non perdere anche se in dieci contro undici. L’atteggiamento, la testa, il gioco che ha visto contro l’Albissola: dovrà essere così domani con la Juventus Under 23, migliorando alcuni aspetti. Soprattutto, una partita ormai chiusa non dobbiamo permettere mai all’avversario di riaprirla. La chiudiamo definitivamente, senza correre rischi negli ultimi dieci minuti. C’è ancora molto su cui lavorare, lo so bene, ma la voglia che i ragazzi, tutti, hanno espresso nel girone di andata è stata apprezzata anche dai tifosi”. Partita bella, una delle tre vittorie dell’andata. Partita che conta moltissimo, per chiudere bene il 2018 e proiettarsi sulle altre 18 gare e sul mercato nelle condizioni migliori. “Una partita che non sto preparando sul piano emotivo, perché è sempre la Juve. Mi aspetto, e mi auguro, un palcoscencio importante (appello al pubblico, ndr). Sappiamo che dobbiamo lottare per 90 minuti e prebdere punti pesanti: ecco perché chiedo ai ragazzi un ultimo grande sforzo, per poter lavorare bene nelle due settimane di pausa, recuperare tutti, eliminare gli errori, prepararci alla lunghissima volata”. Uno sforzo che D’Agostino chiede anche a Panizzi, finalmente a disposizione dopo un mese e mezzo. “Sarà convocato, valuterò domani come utilizzarlo. Fuori Badan, Gatto e Maltese, ma non mi soffermerei tanto su chi c’è o manca, perché, insisto, è una partita così bella, che tutti vorrebbero giocarla. Mi fido della voglia dei miei giocatori di essere in campo”.
UN GIRONE DOPO
Due squadre cambiate da quella prima gara tanto attesa. “Per quanto riguarda noi, adesso i ragazzi si conoscono e io stesso conosco meglio loro. Non solo tatticamente: in questi quattro mesi ho avuto la possibilità di parlare, di entrare nell’intimo di ognuno per aiutarlo a crescere e a migliorare. Anche tra di loro, che sono diventati gruppo, con una ossatura, con gerarchie. Guardando la classifica, qualche punto ci manca: con un po’ più di attenzione lo avremmo avuto, però vedere adesso un gruppo sempre più coeso, che lavora in armonia, hai la sensazione e la convinzione che anche i progressi possano essere più rapidi. Abbiamo cambiato modulo, per trovare l’identità giusta, e i ragazzi mi hanno dato sempre la massima disponibilità”. E La Juve? “Vedo una squadra che si è calata nella categoria: adesso sembra una squadra di Lega Pro, gioca un po’ più cinica, più chiusa, e affronta meglio le seconde palle. Prima, con molti giovani, insisteva molto sul fraseggio, a scapito del fattore agonistico. Una squadra che, affrontando anche avversarie forti, si è svezzata e si è ambientata”. Fra le possibili soluzioni per il centrocampo c’è anche Luca Checchin. “Il ragazzo sta bene ed è con noi, e questo conta. Vedrò quando e come utilizzarlo, se dall’inizio o a gara in corso. Luca deve cercare di mettere a disppsizione le sue doti e dosare bene le energie, perché la troppa foga di giocare gli potrebbe togliere energie”. Non dovrebbero esserci problemi di utilizzo per Agostinone, Tentoni e Sartore, per qualche botta di troppo contro l’Albissola
GRAZIE GAZZI
Anche se con fatiche di troppo e punti in meno, la duttilità di alcuni elementi è stata fondamentale per andare oltre l’emergenza e arrivare a quota 20. Un nome su tutti, Alessandro Gazzi. “Che ringrazio, per come si è adattato a ruoli diversi e per l’esempio che dà, ogni giorno, ai compagni. Un esempio di impegno, professionalità, dedizione, attaccamento alla maglia. Un leader, magari silenzioso, ma che va elogiato per il suo mettersi, sempre, a disposizione della squadra, non solo in campo”. E sulla squadra insiste D’Agostino. “Quando giochiamo coralmente, e anche in maniera semplice, siamo propositivi e pericolosi. Penso, ad esempio, all’occasione di Tentoni contro l’Albissola, poco prima del raddoppio, risultato di una manovra come piace a me, a due tocchi, cercando la profondità. I rischi li corriamo quando giochiamo individualmente, cerchiamo magari la giocata ad effetto, ma non supportata, e ci sbilanciamo e possiamo andare sotto”.
DA LUNEDì MERCATO
Inizierà il 3 e, come anche A e B,è stato prorogato fino al 31 gennaio. Cosa ha chiesto e cosa si aspetta D’Agostino dal mercato? “Prima concentriamoci sulla partita di domani, che è fondamentale. Poi avremo il tempo di confrontarci, come facciamo ogni giorno, e di programmare. La società questo mi ha chiesto: programmazione e un obiettivo da raggiungere, a medio e lungo termine. Su questo lavoriamo, da gennaio, con i direttori e con la società, ci muoveremo: seneza affanni e con una certezza, chi verrà qui deve capire che Alessandria è un punto di partenza e non di arrivo. Giocatori che possono fare la differenza, aggiungere per fare numero non mi interessa”.