‘Primo tempo ridicolo. In dieci più spazi, il gol e meno rischi’
“Primo tempo ridicolo”. Gaetano D’Agostino non è tenero, e non avrebbe neppure motivo per esserlo: troppo brutta la sua Alessandria, che fa esattamente il contrario di quanto richiesto, e provato, alla vigilia e si presta alle ripartenze, continue, del Pontedera, va sotto e rischia di chiudere la prima frazione sullo 0-3, graziata in almeno un paio di occasioni. Poi, quando meno te lo aspetto, quando si Grigi si ritrovano anche con l’uomo in meno, svoltano e vanno a recuperare un risultato che sembrava compromesso. “Meglio giocare in dieci? Vista la reazione dico, abbiamo trovato anche più spazi e abbiamo subito meno. E abbiamo avuto la possibilità di colpire anche dopo la rete del pareggio. Fra gli aspetti positivi, oltre al pareggio, metto la reazione, perché sotto di un gol e con l’uomo in meno, si poteva rischiare l’imbarcata. Dobbiamo crescere un personalità: quando si affrontano squadre in salute, tranquille, che ripartono, serve un atteggiamento diverso”. Anche tattico, che il tecnico ha cercato, cambiando interpreti e posizioni in campo, per un’ora abbondante, però, senza esito. Il primo a ‘pagare’ è stato Delvino, fuori all’intervallo. “L’ho visto in difficoltà e mi è sembrato giusto abbassare Gazzi e inserire Badan a sinistra e spostare a centrocampo uno dinamico come Tentoni – spiega il tecnico – per avere più contenimento, in coppia con Gatto, e dare più libertà a Bellazzini. Le ripartenze le abbiamo prese, soprattutto, sul centro destra dove, nel primo tempo, si è creato un buco, in cui il Pontedera si è infilato. Dietro, come ho detto, ho scelto di aggiungere esperienza, abbassando Gazzi”.
SQUADRA NERVOSA?
Il rosso a Gatto è figlio del nervosismo per la fatica in gara? “Lo escluderei: da come il mio giocatore mi ha raccontato l’episodio, la sua intenzione era allontanare l’avversario per far ripartire subito il gioco e, invece, lo ha colpito sul mento. Quando c’è il risultato da recuperare non si perde tempo a litigare, soprattutto con la punizione a nostro favore. A fine partita Manu ha chiesto scusa, non sono comportamenti che gli appartengono”. Un episodio che ha dato la scossa. “Adesso non so se leggere la situazione in termini positivi o negativi. Sono sincero, ho temuto l’imbarcata e, invece, la squadra mi ha sorpreso, perché abbiamo trovato equilibrio, grazie anche al lavoro di sacrificio di Bellazzini, a due con Tentoni”.
LA FATICA DI SEGNARE
Però la fatica di segnare resta, enorme. “Vero, là davanti dobbiamo migliorare, tenere più palla, cercare di far salire la squadra. E’ una crescita obbligata, altrimenti rischiamo di avere i centrocampisti spompati dopo un’ora. Non ci riesce neppure di stare alti con la difesa. Spalle alla porta, bisogna giocare semplice, questo mi hanno insegnato: dobbiamo cercare giocate che sono nelle caratteristiche dei singoli. Nel 3-5-2, ad esempio, le due punte o interscambiano veloci o si appoggiano e entrano in area. E tengono più palla, per aiutare chi è a centrampo a salire e, anche, rifiatare, altrimenti dopo un’ora i centrocampisti sono spompati se si devono fare il campo in lungo e in largo. Non è questione di moduli: anche con il 4-4-2, se davanti non siamo cattivi e non teniamo palla, finiamo per regalare occasioni. Alcuni giocatori devono mettere più agonismo, soprattutto quando le cose non vanno come vorremmo”
MEGLIO GIOCARE
Non c’è sosta. “Meglio così: dopo una partita come quella di oggi preferisco tornare subito in campo. E lavorare sull’aspetto mentale”. Contro l’Albissola di nuovo con Prestia dietro. “Ci è mancato, c’è bisogno di gente di esperienza, nei contrasti, negli anticipi, anche nel far partire l’azione”. Per la trasferta di mercoledì annullato il pullman di Orgoglio Grigio: le adesioni non sosno state sufficienti