Santini: ‘Noi arbitri del nostro futuro’
Non sono molti i tifosi all’incontro a Orshop per foto e autografi, un appuntamento tradizionale, con Giuseppe Agostinone, Emanuele Gatto e Giuseppe Prestia (che attende il verdetto sul ricorso per lo sconto nella squalifica). E con Claudio Santini che, come i compagni, li aspetta domenica, contro il Pontedera. “Mancano 270 minuti alla fine del 2018. Dobbiamo ottenere il massimo possibile: siamo noi, prima ancora che qualunque avversario, i veri, anzi gli unici arbitri del nostro destino”. Fosse per lui parlerebbe di 9 punti, senza se e senza, anche se la classifica, confessa, “adesso non la guardo. Magari più avanti”. Si prepara alla gara dell’ex, “ritrovo molti compagni, il ds che mi aveva voluto e mi aveva dato una opportunità importante. Anche l’allenatore, che due stagioni fa era il vice di Indiani. Emozioni? In fondo sono stato solo una stagione e poi il Pontedera l’ho già affrontato lo scorso anno quando ero a Siena. Loro conoscono me, ma io conosco bene loro”. Il gol mancato domenica a Busto? “Abbiamo rivisto più volte l’azione. Il primo ad aver sbagliato sono io, lo riconosco: dovevo tirare subito, non l’ho fatto e l’errore è mio. Ma l’intervento su di me, dopo, è da rigore: il giocatore della Pro Patria avrà anche cercato di colpire il pallone, ma prima ha colpito le mie gambe”. Tutta l’intervista sul Piccolo in edicola venerdì.